L’errore di Rihanna: pestata dal fidanzato ma non lo denuncia

Il femminismo ha fallito. Non ha aiutato le donne a crescere come individui. La cantante americana come tante donne comuni Dopo le botte difende il compagno: "Lo amo ancora"

L'immagine è esclusiva solo perché appartiene a una giovanissima, vent’anni, cantante popolare, Rihanna, e perché a ridurla così è stato un altro giovanissimo popolare, il rapper Chris Brown, diciannove anni già spesi in alcol, droghe ed esibizioni da picchiatore. Il sito Tmz l’ha ottenuta direttamente dalla polizia di Los Angeles, così è stato chiaro perché la ragazza, invece che alla cerimonia dei Grammy, sia finita all’ospedale. Negli archivi delle polizie fotografie simili ce ne sono a milioni. La faccia della vittima è sempre gonfia e tumefatta, ricoperta di ecchimosi e graffi, le labbra deformate, gli occhi aperti a malapena, dolore e umiliazione sono schiaccianti.
Il rapper è indagato per violenza domestica, percosse e tentato omicidio. Pare infatti che abbia anche tentato di strangolare Rihanna. Ma l’accusa più grave, per il resto ha pagato cinquantamila dollari di cauzione ed è tranquillamente a casa sua, potrebbe cadere. Brown e Rihanna erano soli durante il pestaggio, e la cantante, che ha già dichiarato di essere ancora innamorata del suo fidanzato, a quanto si sa, lo lascerà ma non lo denuncerà. Così la storia dei due divetti torna nella tragica media della normalità: il fenomeno della violenza domestica è diffuso in tutti i Paesi e in tutte le fasce sociali; gli aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti economici, senza distinzione di età, razza, etnia. Le vittime spesso non denunciano il fatto per paura o vergogna, ma anche, frequentemente, perché si sono assuefatte a certi trattamenti e sopravvivono passivamente, o, peggio, perché si illudono che sia l’ultima volta, che il loro carnefice possa cambiare. Crocerossine e velleitarie, ancora oggi nel 2009, a dispetto di cifre molto brutte.
Da una indagine Istat del 2006, due milioni di donne in Italia hanno subito violenza domestica dal partner attuale o da un ex partner. Ma si tratta di dati casuali, relativi soltanto al numero esiguo di donne che hanno denunciato il fatto alle autorità, perché quelle che tacciono sono più del novanta per cento, e sbagliano clamorosamente visto che un omicidio su quattro è commesso in famiglia, tra le mura domestiche, il settanta per cento delle vittime sono donne, in otto casi su dieci l'autore è un uomo. Pure da vive non va meglio. La violenza domestica porta gravi conseguenze nella vita psichica delle donne che la subiscono perché può far sviluppare sindromi depressive, tachicardia, ansia, tensione, sensi di colpa e vergogna, bassa autostima, disturbo post-traumatico da stress e molti altri.
Le condizioni di chi subisce la violenza sono tanto più gravi quanto più la violenza si protrae nel tempo, o quanto più esiste un legame consanguineo tra l’aggressore e la vittima. Tra le conseguenze della violenza domestica protratta nel tempo ci sono la perdita del lavoro, della casa, degli amici, delle risorse economiche.
In Europa il femminismo si è incagliato nella rivendicazione politica, nell’intruppamento a sinistra, ha fallito nelle ambizioni più vere: aiutare le donne a crescere come individui desiderosi di dignità, successo, felicità. Un po' è il male nazionale, tra un cattolicesimo mal vissuto, subito, e una prevalenza culturale del sol dell’avvenire. Emancipazione non è solo il lavoro, anche se ci sono ancora tante rivendicazioni, e parità di carriera e trattamento sono ancora lontani; emancipazione è la forza di percorrere la propria strada senza sensi di colpa e di appartenenza non dovuti, libere dalla sindrome «Io ti salverò», che ancora viene impressa nell’educazione delle donne proprio da altre donne, come una missione dalla quale è inutile fuggire.

Non risparmia nessuno, nemmeno la ragazza miliardaria Rihanna, e sarebbe inutile spiegarle che ha dei doveri con le sue entusiaste fans, non capirebbe. Ma soldi e fama facili non le salveranno la vita, proprio come alle altre.

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