L’ex priora si sfoga: «E ora vogliamo parlare alla tv»

da Roma

«Solo menzogne quelle su di noi. Continueremo a combattere in Tribunale e in Vaticano. Vogliamo tornare nel nostro convento a Camerino». Suor Albina Locantore e suor Teresa Izzi sono sfinite dalla protesta davanti alla Basilica di San Pietro, dove sono rimaste incatenate per ore sfidando la pioggia battente. Ma non depongono le armi.
Perché siete giunte fino a Roma?
«Per far conoscere la nostra vicenda a tutti, tv comprese. Il Papa deve sapere che vogliamo tornare dalle nostre sorelle. Le accuse che ci hanno mosso sono infondate».
La Curia, però, sostiene che non siete state cacciate, ma che siete andate via spontaneamente. E ora siete indagate anche dalla Procura...
«Quello che dice la Curia non ci interessa e anche il Convento può dare la sua versione. Per ora prendete per buono quello che dicono loro, perché non finisce qui. La verità è che dopo mezzo secolo di vita monastica ci hanno trattato come sacchi di pattume».
Spiegatevi meglio...
«Siamo state fuori un periodo per motivi di salute, con tanto di autorizzazione dalla Chiesa, sostituite da un commissario pontificio. Ma al nostro ritorno non ci hanno fatto rientrare e siamo state bersagliate da accuse assurde».
Cosa intendete fare ora?
«Parleremo per bocca del nostro legale». Le due religiose hanno una tattica e promettono nuovi colpi di scena.


Dunque rinunciate a difendervi?
«Assolutamente no. Per ora preferiamo non parlare troppo, ma nei prossimi giorni racconteremo tutto. Però lo faremo solo davanti alle telecamere: vogliamo attenzione e quindi ci serve la televisione, non i giornali».

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