L’ex tesoriere sarà risentito dai pm. È giallo su una terza villa

RomaDopo il mancato blitz in Senato dello scorso martedì per prelevare la documentazione bancaria della Margherita, la Finanza ha sequestrato ieri i conti correnti delle due società riferibili al senatore Luigi Lusi presso l’agenzia Unicredit di via Ferdinando di Savoia, a Roma. Il nucleo di polizia tributaria ha acquisito i saldi dei due conti della Ttt srl, utilizzata dall’ex tesoriere per movimentare i 13 milioni e mezzo sottratti al partito, e della Paradiso Immobiliare, controllata al cento per cento dalla Ttt: dentro c’erano 495mila euro. È a queste due società, dietro alle quali potrebbero nascondersi molti segreti, che sono riconducibili l’appartamento di via Monserrato, nella capitale, e la villa di Genzano, comprate in parte con i soldi dei rimborsi elettorali.
Su una terza villa, che l’ex tesoriere avrebbe acquistato sempre con i soldi della Margherita, invece, è giallo. Si tratta di un’abitazione ad Ariccia, ai Castelli romani, il cui valore si aggira intorno al milione e 800mila euro, spuntata fuori analizzando i conti sequestrati a Lusi. Ma l’avvocato del senatore, Luca Petrucci, si è affrettato a smentirne l’esistenza: «Non c’è nessun’altra villa». O meglio, un altro immobile in ballo c’era, si tratta di una casa il cui usufrutto fu comprato dalla nipote di Lusi nel 2006. Però, secondo la Procura, l’acquisto sarebbe sfumato i primi di febbraio, dopo che i giornali avevano cominciato a parlare dello scandalo. Il clamore ha fatto tirare indietro uno ad uno i protagonisti dell’affare e l’acquisto della villa, dopo che la Paradiso Immobiliare ne aveva ottenuto nel dicembre 2011 l’assegnazione ad un’asta fallimentare, è saltato perché il Monte dei Paschi di Siena non ha più concesso il necessario finanziamento da 500mila euro. «Non c’è nessun’altra proprietà immobiliare riconducibile a Lusi che non sia già nota a chi indaga», puntualizza il legale. Oltre a quelle di via Monserrato e di Genzano, dove risiede, ci sono le case di Capistrello, in Abruzzo, e in via Ugo Ojetti, a Roma. Nulla di più, garantisce l’avvocato. Ma il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci vogliono verificare se davvero l’ex tesoriere indagato per appropriazione indebita non abbia comprato altri immobili con il denaro della Margherita.
Finora è stato accertato che dei 13,5 milioni sottratti, 5 sono stati impiegati per l’acquisto degli immobili, altri cinque per pagare le tasse e altre poche centinaia di migliaia di euro in affari in Canada. E i 3 milioni mancanti dove sono finiti? Presto potrebbe essere lo stesso Lusi a spiegarlo ai magistrati, che hanno cominciato l’esame degli estratti conto della Margherita relativi al periodo 2007-2011.
I pm hanno nuove domande da rivolgere all’ex tesoriere e presto potrebbero convocarlo ancora in Procura per chiedergli come è possibile che avesse la piena disponibilità di tutti quei soldi senza che nessuno mai si sia accorto di come li impiegasse in affari del tutto estranei alle finalità del partito. Le spiegazioni che ha fornito nel corso del primo interrogatorio, lo scorso 17 gennaio, non convincono del tutto.

L’impressione è che ci sia stata una fretta sospetta di chiudere velocemente la vicenda, con un patteggiamento che è ancora in corso di definizione e con un’ammissione di colpa che potrebbe voler coprire responsabilità di altri.

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