L’Olmi muore assediato dai rapinatori

A Muggiano i rom spradroneggiano e a Figino già nel pomeriggio ci sono i viados

L’Olmi muore assediato dai rapinatori

Quinto Romano, Baggio, Figino, Quarto Cagnino e Muggiano, insieme a tutta l’area delle cascine che circonda il parco delle Cave, rappresentano una contraddizione in termini: c’è tutto e, al tempo stesso, manca tutto. C’è la volontà della gente (186mila abitanti, 20mila in più rispetto a una città come Brescia) di associarsi, organizzare e restituire decoro e vivibilità ai quartieri confinanti con un’area verde che a Milano non ha eguali. Cittadini obbligati a scontrarsi ogni giorno con lo spaccio di droga a ogni ora del giorno (via Caio Mario), l’abbandono e un alto tasso di piccola criminalità (quartiere degli Olmi), i viados (via Novara e via Silla), i rom che costruiscono abusivamente e spadroneggiano (via Lucera), la mancanza di servizi (via Zanzottera, via Fratelli Morelli).
Al «Simon’s bar», all’angolo tra via Pasubio e via degli Ippocastani, nel cuore del quartiere degli Olmi, ci sono stati tre furti con scasso in 8 mesi. «Vere e proprie spaccate. - spiega Rosario Manno, il proprietario, mostrando le foto delle saracinesche accartocciate -. Ma non è solo un problema di polizia. Faccio parte del consiglio di zona, nelle file di Forza Italia, anche perché qui si deve fare qualcosa e vorrei dare il mio contributo. Purtroppo il consiglio non trova un accordo per formare le commissioni, tra cui la commissione Sicurezza, perché aspetta le indicazioni delle segreterie cittadine, non ancora pervenute nonostante la nuova giunta sia stata eletta da otto mesi. E senza commissioni non si lavora».
Intanto, in meno di 2 settimane, da queste parti hanno fatto una rapina a mano armata alle poste, mentre il tabaccaio di via delle Betulle è stato assalito da un balordo della zona. È lui, Lorenzo Ravara, che ci mostra il filmato della rapina registrato dalle telecamere. «Lo vede il rapinatore che, con il passamontagna, dopo essersi fatto consegnare il denaro, prende la mano di mia figlia e le parla? Le sta dicendo di non avvertire subito la polizia. È rimasto lì tre lunghissimi minuti. Il problema è che in quel lasso di tempo non è mai entrato nessuno. Qui, fino agli anni ’70, c’erano negozi aperti fino a tardi, movimento. Adesso è un quartiere dormitorio. In un contesto di abbandono totale».
Tante piazze, campetti, giardini, un auditorium con 400 posti non sfruttato. Poi la parrocchia della Madonna della Fede, con il suo oratorio, dove l’ex parroco, don Antonio Suighi, era stato pestato da dei giovinastri. «Finalmente ritornano i bambini» dice don Giovanni Confetta.
L’auto del consigliere di zona Luciano Decorato (An), che ci ha scarrozzato tutto il pomeriggio, vola fino in via Mosca.

«Con l’ex assessore comunale al Commercio Roberto Predolin avevamo proposto investimenti ai commercianti, ma nessuno vuole aprire un negozio qui». Quando arriviamo a Muggiano, dove un’auto di rom, in una strada stretta, per poco non c’investe deliberatamente, e a Figino, con le cosce dei viados in bella mostra alle 5 del pomeriggio, possiamo intuire perché.

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