«Quanto tempo era passato? Un giorno, due? Non poteva esserne sicuro. Sapeva soltanto che qualcosa cospirava per tenergli nascosto il significato delle cose». In questa frase si racchiude il senso di un romanzo, La banda delle quattro strade, pubblicato da Salani nel 2009 e oggi riproposto da Dominioni editore. L'autore, Mario Schiani, giornalista di vaglia, editorialista attento e pungente, dirige l'inserto culturale Stendhal, alla domenica con La Provincia di Como, Lecco e Sondrio: uno tra i migliori di Italia.
In punta di penna è stato scritto La banda delle quattro strade, spesso indicato come libro per ragazzi. Non è soltanto questo. È un romanzo che racconta l'innocenza di un'infanzia e di un'adolescenza come dovrebbero essere. Oggi che sono violate non solo da atti di violenza estrema, ma da una violenza invisibile che arriva da ogni dove.
C'è una iperprotezione dei genitori nella realtà di tutti i giorni - quasi maniacale e dannosa per l'educazione; d'altra parte, figli e nipoti sono abbandonati tra televisione, musica (ormai la delinquenza cantata dai rapper è quasi un vangelo per i più piccoli), internet, social network. Mario Schiani ci racconta tutto questo mirando subito al centro del problema: la mancanza per i ragazzi di un ritrovo. Il bosco, la piazza, il cortile. Un tempo ci si ritrovava sotto casa o nelle vicinanze e si scopriva il mondo prima che il mondo scoprisse noi.
L'aggregazione oggi è passata dal crescere insieme alla cronaca nera. C'è quasi un regime instagrammatico: i ragazzini crescono con gli o le influencer. Ne La banda delle quattro strade siamo in una estate torrida negli anni Settanta, tra le strade e i boschi in un paese immaginario, ma che rimanda ai luoghi di Luino, Lago Maggiore. Lino è a casa della nonna per le vacanze estive; Fausto, un ragazzo pigro, non riesce a ricordare momenti sereni da quando sua madre è stata ricoverata in ospedale. Poi c'è Chicco, il carismatico e coraggioso leader.
I tre si incontrano, si conoscono e decidono di unirsi in una banda, per affrontare gli assalti di Nero, il Franti della zona.
E su questo gioco (comunque già di Potere) la prima adolescenza diventa un piccolo ma gioioso «campo di battaglia», non soltanto per affermarsi ma per comprendere e vivere le differenze: le stesse che oggi allontanano e al diavolo la comprensione...
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