L'arte di Spalletti allo spazio di Lia Rumma

L’indiscutibile capacità artistica di un grande personaggio come Ettore Spalletti che già a partire dai primi anni Settanta aveva creato un linguaggio tra pittura e scultura, è stata l’occasione perché la Galleria Lia Rumma aprisse un nuovo spazio in via Stilicone 19 (chiuso il lunedì ma aperto anche il sabato), in nome di una internazionalità di cui Milano aveva bisogno. Non è un caso che mostre internazinali di Spalletti siano state ospitate da istituzioni prestigiose come il Guggenheim di New York, il Museod i Strasburgo, quello di Capodimonte a Napoli, lo Smark di Gent, il MUHKA di Anversa, la South di Londra, il Museo d’Arte Moderna della Ville de Paris, il Kunstverein di Monaco, il Museo Fokwang di Essen,la Henry Moore Foundation di Leeds, Villa Medici a Roma e il Museo Kurhaus di Kleve. Per non dimenticare le diverse partecipazioni amostre internazionali, tra cui Documenta, Kassel e la Biennale di Venezia. La mostra che chiuderà i battenti il 18 settembre e che si è appena inaugurata, punta l’attenzione alla luce e allo spazio, una lezione d’astrazione d’arte moderna, quanto le geometrie della pittura rinascimentale. Le pitture cromatiche di Spalletti ripropone forme essenziali anche se contenute in contorni geometrici, forme che diventano evocative grazie alla qualità della pittura che le . Queste sono disegnate e riportate su pietra, carta, legno e infine dipinte; il disegno non è che il supporto dell’opera che nasce quando il colore prende corpo. Gesso e pigmenti creano lo spessore, il colore viene dopo.

Non c’è pittura nel senso tradizionale del termine, non c’è scultura nel senso del modellato, la carta abrasiva cancella ogni eco di emozionalità. I colori sono tenui sempre attraversati adl bianco del gesso, sostiene Spalletti. Va ricordato che la Galleria Lia Rumma ha anche una grande sede a Napoli famosa in tutto il mondo.