Lascia un vuoto politico: manca un successore che abbia il suo carisma

«Per noi è come la fine del mondo», ha sussurrato tra le lacrime Stefan Petzner, il braccio destro di Jörg Haider. La scomparsa del leader della destra austriaca lascia un enorme vuoto politico. All’interno del partito che aveva appena portato a un successo elettorale, nella sua amata Carinzia dove governava e a livello nazionale. L’Austria sta cercando di trovare una nuova formula di governo, dopo il terremoto elettorale che ha visto un austriaco su tre votare a destra. I partiti tradizionali, i «rossi»socialdemocratici e i «neri» popolari sono crollati pur mantenendo una flebile maggioranza. Per questo motivo i «rossi» avevano ricevuto l’incarico di formare un esecutivo, ma la strada era tutta in salita.
Haider, con la sua Alleanza per il futuro dell’Austria e la svolta moderata che gli aveva fatto triplicare i voti, poteva diventare l’ago della bilancia. Mercoledì, si era incontrato a Vienna con il suo acerrimo rivale a destra Heinz-Christian Strache. Una brutta coppia di Haider, che ha fatto il pieno, con il 18% dei voti, alla guida del vecchio partito fondato un tempo dal governatore della Carinzia. I due avevano trovato un accordo, con l’obiettivo di fondare un governo assieme ai popolari. Fra le file dei democristiani austriaci non pochi erano disponibili ad allearsi con la destra. A patto che Haider facesse da mediatore per stemperare gli estremisti. «Con la sua scomparsa tornano a scompaginarsi le carte», spiega al Giornale Paolo Rondo-Brovetto, italiano, docente di pubblica amministrazione all’università di Klagenfurt, che conosceva Haider. Tutti i politici austriaci, che per anni lo hanno bollato come «l’uomo nero» piangono lacrime di coccodrillo. Strache, che gli ha dato dello smidollato, ora lo incensa. Puntano ai voti di Haider e sui mass media già si parla di «riunificazione» della destra. Così finirà che «rossi» e «neri» torneranno a coalizzarsi nonostante la bocciatura elettorale.
Anche la Carinzia, dove Haider era governatore con il 43% dei consensi, rischia la fine di un’epoca. Il prossimo anno i suoi sostenitori puntavano alla maggioranza dei voti nelle regionali. Alle europee, Haider meditava di sbarcare nel Nord est d’Italia con liste transfrontaliere. «Scomparendo lui è morto il partito. I giovani che lo votavano sceglievano la sua figura non l’apparato. In Carinzia è finita un’era», spiega un altro italiano di Klagenfurt. Haider non ha coltivato successori. Petzner, il suo braccio destro e amico, non ha il suo carisma. L’ex ministro della Difesa, Herbert Scheibner, è un altro candidato, ma sarà dura raccoglierne l’eredità.

«Era un grande amministratore e possedeva un’innata abilità nel sentire gli umori e i bisogni della gente», spiega Rondo-Brovetto. Non a caso in campagna elettorale lo slogan del partito, proprio su Haider, era chiarissimo: «Un altro così non lo troviamo più».
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