Lazard rinvia il consiglio e la nomina dell’ad

Si cerca l’accordo per un addio «morbido» del numero uno Arnaldo Borghesi

da Milano

Il consiglio d’amministrazione della filiale italiana della Lazard, in un primo tempo prevista per ieri, si terrà la prossima settimana. La data dell’incontro non sarebbe stata ancora fissata. Il consiglio deve esaminare la questione del «divorzio» dallo storico partner italiano della banca d’affari francese, Arnaldo Borghesi, e della nomina del nuovo amministratore delegato. Un avvicendamento che ha assunto i contorni del «giallo» dopo che, il 17 gennaio, la capogruppo Lazard ha annunciato che «la nuova guida delle attività italiane è stata affidata a Giancarlo Scotti», attuale responsabile del Real estate, al posto appunto dell’ad Borghesi. Nel giro di pochi ore, però, Borghesi ha precisato, in una nota, «di non aver dato le dimissioni dalla carica di ad di Lazard & Co e di aver confermato la sua partecipazione al consiglio di Lazard programmato, e in attesa di convocazione ufficiale, per il 24 gennaio 2006». Consiglio che è stato successivamente rinviato, proprio perché, a quanto sembra, in questi giorni sono in corso iniziative per trovare una composizione in vista della stesura dell’ordine del giorno della riunione. Anche se Borghesi ha confermato ai suoi più stretti collaboratori che intende lasciare comunque Lazard, ma solo dopo aver spiegato le ragioni delle dimissioni al board.
La sua uscita segue dunque a ruota quella di Gerardo Braggiotti, entrambe da ricondursi alle divergenze fra i manager e il nuovo corso dettato dal numero uno di Lazard, Bruce Wasserstein. In particolare, oggetto della rottura con Borghesi sarebbe stato il processo di rinnovamento della banca che ha portato alla centralizzazione delle attività europee con la creazione dello European Advisory Board, scelta che non sarebbe stata condivisa dal banchiere italiano.
Dai vertici della banca d’affari, comunque, non è arrivato alcun commento ufficiale al divorzio con l’amministratore delegato.

Intervistato nei giorni scorsi dall’agenzia Radiocor, Jeffrey Rosen, presidente di Lazard Italia, nonché braccio destro del presidente Wasserstein, si è limitato a dire che Lazard Italia è pronta ad affrontare la nuova fase di transizione.
«La nostra non è una società dove tutti i rapporti con i clienti erano gestiti da Braggiotti e Borghesi. Molti clienti importanti erano gestiti da altre persone», ha dichiarato.

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