«L'azzardo on line? Grazie a un algoritmo non esagerare si può»

LeoVegas e il Casino responsabile: «Un alert segnala chi spende troppo. E noi interveniamo

In Svezia hanno scommesso che con il gaming on line si può vincere. E ci sono riusciti, visto che LeoVegas è diventata un'azienda florida in continua espansione, attiva e certificata anche in italia. Ma come si sa, per il decreto dignità del 2019 nel settore ci abita il diavolo. E allora siamo andati a Stoccolma per scoprire se è vero. Risultato: non sembra.

L'azienda nasce nel 2012 con l'idea che lo sviluppo degli smartphone avrebbero cambiato i parametri di internet. E nasce dopo aver fatto girare un iPhone il modello 3 sul tavolo durante un barbecue. Allora aveva il dorso curvo: sembrava una roulette. Quindi ecco il marchio, con la potenza del leone e il richiamo a Las Vegas. Oggi nella sede molto cool di Stoccolma ci sono 200 dei circa a 900 dipendenti: alttri 500 sono a Malta, a Milano ci sono 15 persone. Il tutto sembra un po' uno studio di sviluppo software per videogame e se infatti accedete all'app e al sito vi accorgerete che tutti i giochi hanno una grafica, appunto, da gaming. Ma c'è di più: è il divertimento responsabile nella ragione sociale. Poi, ovviamente, business is (giustamente) business.

Il brand è attivo anche nelle scommesse online, ma il core business resta il casino online, via sito e app per iPhone. Il Ceo di LeoVegas Gustav Hagman (uno dei due che faceva girare il melafonino al barbecue) durante il giro della sede racconta di come l'uso della tecnologia sia a tutela dei giocatori: «Le vincite sono basate su delle probabilità che vengono comunicate chiaramente sul sito: più dell'80 per cento torna indietro agli utenti come montepremi. Quando e quanto si vince non lo sappiamo nemmeno noi. Tutto funziona infatti grazie a un algoritmo che viene fornito da una società esterna. Alla base di tutto deve esserci il divertimento e la fortuna». Soprattutto divertimento, insiste Hagman, citando l'algoritmo della prevenzione: «In pratica: se un utente che gioca di solito 50 euro la settimana, comincia a scommetterne sempre di più, il sistema lo riconosce. E ce lo segnala. Il nostro compito è indagare e intervenire». L'assistenza in questo caso parte da una semplice telefonata per capire se sta succedendo qualcosa di particolare e passa anche per il consiglio di un consulto presso uno specialista. Fino ad arrivare, nei casi gravi o in quelli in cui ci si accorge di qualcosa di poco pulito, con la sospensione dell'account».

E allora: ci si può fidare? «Abbiamo avuto circa 334mila account attivi nell'ultimo trimestre 2019 e preferiamo avere tanti clienti che giocano 100 o 200 euro al mese piuttosto che gente che investe cifre spropositate. Ribadisco. il divertimento viene prima di tutto». E fa vincere le scommesse. MLomb

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