«L'eredità di Berlusconi In Italia siamo noi il popolarismo europeo»

Il deputato oggi a Roma per votare Tajani presidente di Fi. «È lui la figura più giusta»

«L'eredità di Berlusconi In Italia siamo noi il popolarismo europeo»
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La scomparsa di Silvio Berlusconi «è stata un trauma per tutti noi», ma «le sue intuizioni e il suo amore per l’Italia saranno protagonisti della politica italiana nei decenni a venire». Il deputato di Fi Andrea Orsini, storico collaboratore del presidente Berlusconi, oggi parteciperà al Consiglio nazionale che eleggerà Antonio Tajani presidente di Forza Italia. Tra gli azzurri si registra «unità e un fortissimo senso di appartenenza», ma anche un consenso legato al Cavaliere che «non va sottovalutato. Un'area più grande di quella che ci vota guarda a quello che rappresentiamo. Sta a noi meritare e consolidare questi voti».

Onorevole Orsini, si apre un nuovo capitolo per Forza Italia. Chi pensava a un partito in dissoluzione rimarrà deluso.

«Per anni si è detto che Forza Italia era un partito azienda, finto e di plastica, rappresentazione che abbiamo sempre rifiutato vista la ricchezza del nostro dibattito interno. Ma è sorprendente che coloro che in passato ci criticavano, adesso dicono che siamo divisi o sul punto di spaccarci. In un grande partito liberale è normale avere sensibilità diverse, ma questo è sempre avvenuto anche con Berlusconi che rispettava tutto ciò ed era poi capace di fare sintesi. Oggi sulla strada indicata da Berlusconi Forza Italia è assolutamente unita».

L'omaggio della politica è stato trasversale.

«Ai funerali c'erano molti esponenti lontanissimi da Forza Italia, ma in tutti ho visto un'autentica commozione e la consapevolezza della grandezza di Berlusconi e del suo ruolo nella storia. A noi spetta la funzione fondamentale di custodire un'area politica a cui soltanto lui ha dato cittadinanza. I cinque aggettivi che amava ripetere (garantisti, europeisti, atlantisti, cristiani e liberali, ndr) sono valori che solo Forza Italia ha saputo rappresentare in Italia. Un centro distinto dalla destra e nettamente alternativo la sinistra».

Antonio Tajani è l'uomo giusto per Forza Italia e per il centrodestra in questo momento?

«Si, è la figura con maggiore standing. E poi è stato presidente del Parlamento europeo, è ministro degli Esteri e vicepremier. Ma aggiungo anche un'altra cosa: Tajani è stato scelto da Berlusconi come vicepresidente di Forza Italia e più recentemente come coordinatore nazionale. La parola successione è impropria, perché Berlusconi è e sarà sempre il nostro leader. Ma tutto ciò rende questo passaggio più naturale».

Intanto in molti si stanno riavvicinando a Forza Italia.

«Il rimbalzo positivo che c'è stato nei sondaggi e non è soltanto un rimbalzo emotivo. Sta a noi consolidarlo. Il lutto è stato un vero lutto nazionale, il Paese si è sentito orfano di Berlusconi. Quando un consenso si allarga, persone vicine a noi tornano ad avvicinarsi. Ci sono stati diversi ingressi, ma so che ce ne saranno parecchi altri in futuro,. E anche significativi».

Su Matteo Renzi le voci si rincorrono. Fantapolitica?

«Renzi dice cose spesso apprezzabili in materia di giustizia ed è una persona brillante anche se è un uomo di Palazzo. Se portasse queste idee coerentemente fino in fondo, sceglierebbe il centrodestra e ci sarebbe spazio per un ragionamento politico. Non sul fatto che lui occupi la nostra area, questo è impossibile. Mi pare, però, che siamo lontani da questo scenario e che Renzi preferisca mantenere una rendita di posizione».

Al Consiglio ci sarà anche il presidente del Ppe Manfred Weber.

«Siamo molto orgogliosi di rappresentare in Italia il popolarismo europeo. Un'alleanza anche in Europa con i Conservatori non è una contingenza obbligata, ma lo sviluppo naturale di ciò che fece Berlusconi trenta anni fa facendo nascere il centrodestra. Il successo del governo Meloni è il successo di tutti noi. In Europa avrebbe senso riuscire a fare la stessa cosa, creando una maggioranza di centrodestra».

Quanto sarà importante ripartire anche dalla Lombardia?

«Per Berlusconi la Lombardia è stato il luogo di appartenenza. Qui è nato tutto, da Mediaset alle grandi imprese sportive con il Milan e con il Monza, fino alla nascita di Forza Italia. Ma questo non è solo frutto di contingenze.

La cultura dell'impresa e del fare, il senso della libertà e l'attenzione verso i più deboli sono caratteristiche che fanno di Milano e della Lombardia l'habitat naturale per Forza Italia. Non è un caso che Berlusconi sia figlio di questa terra».

Giannino della Frattina

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