"Amore tossico", il parere dell'esperto per riconoscere i segnali

La psicoterapeuta Giovanna Maria Gatti esplora il potere delle parole nelle relazioni, le dinamiche tossiche e i segnali d'allarme. Al Festival delle Idee, presenterà il suo nuovo libro "Parlami d'amore"

"Amore tossico", il parere dell'esperto per riconoscere i segnali

Giovanna Maria Gatti è medico e psicoterapeuta, ha dedicato molti anni a studiare la coppia, l’amore e l’uso delle parole. Sarà al Festival delle idee il 28 ottobre (Padiglione Rama Ospedale dell’Angelo, Mestre) per un talk che prende le mosse dal suo nuovo libro "Parlami d’amore" e dai precedenti.

Affronterà la tematica dell’amore attraverso testimonianze di vita e esercizi utili a osservarsi per individuare e correggere le sviste involontarie che, a volte, possono risultare fatali. Noi l’abbiamo intervistata proprio a partire dai rischi che si corrono e che purtroppo, a volte, si trasformano in pericoli molto reali.

Dottoressa Gatti il suo libro ha un sottotitolo che ci dice che una relazione di coppia si basa su: “Le parole e i silenzi per dirlo”.

"Le parole determinano moltissimo l’andamento delle relazioni. Le crisi ma anche se vogliamo la costruzione del rapporto e la soluzione delle crisi".

Ma non è cosi semplice usarle però...

"Secondo me le parole che noi usiamo hanno un potere costruttivo che distruttivo. Le parole sono molto più potenti di quanto pensiamo. Lasciano tracce. Soprattutto in una situazione sentimentale o erotica. La parola evoca reazioni istintive anche non visibili. Lo stesso vale per i silenzi. A volte bisognerebbe tacere. Certe parole dette non si schiodano più dalla relazione".

Si parla molto di relazioni tossiche. Quali sono i sintomi verbali che potremmo identificare per capire che ci stiamo avviando verso una relazione di quel tipo?

"Una relazione diventa tossica quando si basa su un’idea di possesso. Sia che questo venga manifestato da un uomo o da una donna, non è questione di genere. Tutte le parole di possesso, tutte le parole che ordinano o limitano lo spazio. Queste parole in sé non sono pericolose. Ma in una relazione possono diventare pericolose. Minare la libertà e la spontaneità".

Nelle relazioni ci può essere anche chi sommerge di parole. Sino ad arrivare allo stalking. Come ci si accorge che la cosa sta prendendo la piega sbagliata?

"Alla fine ce lo dice il corpo, è una cosa fisica. Ce lo dice il respiro. Un tot di presenza ci fa respirare meglio. Quando è troppo non respiriamo più bene. Il petto è molto sensibile alle emozione. Ci sono proprio fenomeni psicosomatici. Si può arrivare ad avere prurito quando uno ci parla. Ecco lì è un chiaro segnale di allarme. Il corpo ci dice sia del nostro bisogno d’amore ma anche del bisogno di avere uno spazio vitale. Le sensazioni fisiche non ci ingannano mai".

Altri segnali preoccupanti?

"Quando l’altro anticipa tutti i nostri desideri. Ragiona sempre nei termini del “io so di cosa hai bisogno”, può essere piacevole. Ma se succede in continuazione è un sintomo di rapporto sbilanciato. Da piacevole sorpresa la cosa diventa rapidamente opprimente. É il momento di fare un passettino indietro. Ci sono spazi da non violare e da non far violare".

Dobbiamo essere capaci di dire le cose all’altro per mantenere la distanza...

"Dovremmo pensare, non dobbiamo farci bastare una vita sul materiale. C’è uno spazio di sapere filosofico che ci serve per comunicare. Bisogna dire ciò che si sente e si pensa. Ciò che dico deve essere sentito, ben detto e costruttivo. Lo sfogo in sè verso l’altro non serve a niente. Il silenzio a volte è una buona scelta...".

Questa capacità si può apprendere?

"Bisogna mettersi in gioco. Molti anche se dicono di volerlo non vogliono davvero comunicare. Anche in psicoterapia c’è chi chiede aiuto ma non lo vuole davvero. Serve apertura al dubbio... Evolvere in due si può. Ma poi bisogna prendere atto che si può evolvere in modo asincrono o divergente. Bisogna saperlo".

Ecco spesso nella coppia scatta la dinamica dell’io ti salverò. Che può anche spingerci verso patner potenzialmente pericolosi o comunque che non ci renderanno felici...

"Tanti chiedono aiuto pochissimi vogliono mettersi in gioco. Ci sono strutture di personalità propense all’io ti salverò. La così detta crocerossina, intesa ambosessi. Lo fanno anche non richiesti. Noi possiamo aiutare solo chi vuole e solo nella misura che queste persone possono accettare. C’è spesso nella coppia uno dei due che decide di psicanalizzare l’altro e fa un disastro. In una relazione di coppia non si è lì per far evolvere l’altro. La presunzione di migliorare l’altro provoca spesso guai. É una china pericolosissima".

Alla fine le relazioni hanno una percentuale di rischio e di pericolo. A volte il rischio diventa alto. Ci sono dei segnali che dal primo momento in cui stiamo instaurando una relazione dovrebbero metterci in allarme?

"Quando noi ci accorgiamo che nella prima frequentazione la persona vuole farci “cambiare”. Anche solo il modo di vestire, il modo di relazionarci agli altri, mette in discussione il nostro amore per la carriera, o le passioni... Ecco questo è un campanello d’allarme che deve essere colto. E molto spesso non lo è. Nel nome dell’amore accetto è una frase che non si dovrebbe dire mai. Se una relazione nasce con amore valorizza e in apertura.

La relazione ci cambia ma non deve essere un imposizione del partner... Se qualcuno cerca di modificarci subito. E questo ribadisco è un discorso ambosessi. Attenzione ai segnali di invasione dell’altro... Sono pessimi".

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