"La nomina ormai sembra un premio di consolazione"

L'intervista al sottosegretario Vittorio Sgarbi sulla direzione del Salone del libro: "Le pressioni del governo? Sono inesistenti. Io darei la direzione a Geminello Alvi"

"La nomina ormai sembra un premio di consolazione"

Su come vada letta la complessa situazione del Salone del libro abbiamo consultato il sottosegretario del Mibact Vittorio Sgarbi nel tentativo di capire come si sia scatenata una tempesta perfetta in cui candidati alla direzione tutti di sinistra continuino a schiantarsi in una logica di veti e controveti e rifiuti.

Sottosegretario Sgarbi come andrà a finire con la direzione del Salone?

"La situazione è onestamente complessa. Io ho parlato con tutti gli attori dal presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, a Elena Loewenthal, al ministro. La prima opzione è che rimanga Lagioia. Ma non è disponibile. La seconda opzione sarebbe stata Paolo Giordano. Ci sono sue posizioni come quella contro il merito scolastico e il ministro Giuseppe Valditara che onestamente stridevano. Comunque ha detto di no parlando di pressioni del centrodestra totalmente inesistenti. A questo punto, la terza opzione è Elena Loewenthal, altra intellettuale di sinistra ma che ha mostrato attenzione e apertura verso la Meloni. Ma dopo questa sarabanda di veti e controveti la nomina sembra essere ormai un premio di consolazione".

Ma le presunte pressioni politiche di destra di cui ha parlato Paolo Giordano nel momento in cui si è sfilato lasciando per altro il "cerino in mano" a Giulio Biino il coordinatore del comitato che doveva scegliere il direttore?

"Tutto questo meccanismo è legato al fatto che tutti i candidati sono di sinistra. C'è un paradosso: ci si lamenta del centrodestra ma il centrodestra non ha candidati e il governo non ha nessun potere decisionale. A decidere sono i privati, il comune e la regione. C'è una prepotenza della sinistra che ha tutti i candidati possibili e si lamenta della destra. Vedremo se spunterà qualche candidatura completamente esterna a quelle proposte sin qui. Qualcuno ha persino fatto il nome di mia sorella. Ma essendo una editrice non credo accetterebbe. Sia chiaro che il ministero non ha fatto proposte".

Ma possibile che Paolo Giordano abbia deciso di rifiutare solo per la proposta, mai nemmeno formalizzata, della presenza di tre intellettuali di destra nel Comitato editoriale del Salone che ha ben 19 membri?

"Se non si ragiona sul fatto che Buttafuoco, Campi e Guerri sono dei grandi intellettuali e li si vede solo come delle figurine che segnano l'ingresso del centrodestra evidentemente sì. Se si butta tutto in politica si ragiona diversamente. C'è un totalitarismo di candidati al Salone di sinistra, ma questi candidati fanno comunque le vittime. Ma al massimo sono vittime di se stessi. Io di mio metterei Geminello Alvi che è un grande intellettuale... Ma candidati di centrodestra non ci sono".

Ma ci sono stati errori gestionali quindi...

"Io avevo suggerito: nominate la

Loewenthal e fine ma invece c'è stato del dilettantismo nella gestione. È mancata la capacità politica a livello locale. Il Ministero ovviamente non interferisce ma i soldi del Ministero al Salone vanno e non sono pochi".

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