Adesso scatta l'allarme libertà: dove si abbatte la censura

L'ultimo rapporto del Pen America lancia l'allarme sulla libertà d'espressione negli Stati Uniti: 16 libri ritirati dal commercio solo perché ritenuti "offensivi"

Adesso scatta l'allarme libertà: dove si abbatte la censura
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La libertà d'espressione e di parola è sempre più a rischio nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti d'America, in particolare. L'avanzare dell'ideologia del politicamente corretto e della politica dell'identità, dell'ossessione "woke" per le minoranze e "l'inclusività", ha dato via a una campagna di censura di libri e contenuti ritenuti "offensivi" con pochi precedenti. Come ogni fondamentalismo, questa nuova corrente di pensiero sposata dal "mainstream" e dalle grandi multinazionali del divertimento, intende rileggere le opere letterarie del passato con gli occhi e i canoni morali contemporanei. Nel suo ultimo rapporto Pen America - organizzazione no profit che si batte dal 1922 per difendere e celebrare la libertà di espressione negli Stati Uniti e nel mondo - analizza proprio questo fenomeno, e lancia un allarme chiaro su ciò che sta accadendo nella nazione che ha il pilastro della libertà individuale come mito fondativo.

L'allarme del Pen

In mezzo ad alcuni cambiamenti necessari, alcuni lettori, scrittori e critici, afferma il rapporto del Pen, stanno facendo pressioni per tracciare nuove linee di demarcazione su quali tipi di libri, e convenzioni narrative debbano essere considerati ammissibili e su chi abbia la legittimità, l'autorità o il "diritto" di scrivere certe storie. Alcuni sostengono addirittura che gli scrittori possono raccontare solo le storie che si riferiscono alla loro identità e alle loro esperienze. Esempio: solo un afromaricano può scrivere o rappresentare degli afroamericani nelle loro opere. Quest'approccio marcatamente identitario, tuttavia, è alquanto pericoloso per la liberttà d'espressione: come spiega il Pen, infatti, tale approccio "è incompatibile con la libertà di immaginare che è essenziale per la creazione della letteratura", e nega ai lettori "l'opportunità di sperimentare le storie attraverso gli occhi di scrittori che offrono lenti diverse e distintive".

Le pressioni del politically correct su editori e scrittori

Come spiega il rapporto, autori ed editori si sono sentiti costretti a rispondere, sempre di più, alle critiche e alle accuse mosse dal politically correct. Gli autori accusati di "insensibilità razziale" o di altro tipo si sono a volte scusati, a volte hanno mantenuto la rotta. In rari casi, gli autori hanno compiuto il passo straordinario di ritardare e modificare il loro libro per rispondere alle critiche, scegliendo persino di ritirarlo completamente dal commercio. Gli editori hanno adottato, spesso e volentieri, delle soluzioni ben più drastiche, ritirando i libri "incriminati" dal commercio. Pen America ha esaminato 16 casi di ritiro di libri da parte di autori o editori tra il 2021 e il 2023, il più recente dei quali è avvenuto nel giugno del 2023.

Nessuno di questi libri è stato ritirato sulla base di accuse fondate di contenere disinformazione, né di esaltare la violenza o di plagio, no: il loro contenuto o il loro autore sono stati semplicemente ritenuti "offensivi" da questa o l'altra minoranza. Sulla base di cosa? Di una visione parziale e ideologica, com'è quella del politicamente corretto. Con buona della libertà d'espressione, sempre pià tenuta sotto scacco dalla follia woke.

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