Levante contro Ponente: la sfida si gusta a tavola

In Liguria si mangia meglio nell'entroterra. E le guide assegnano più stelle alla costa occidentale

Levante contro Ponente: la sfida si gusta a tavola

In Liguria si mangia male? Andiamo oltre il luogo comune: è più difficile mangiare bene che in altre regioni ed è più facile trovarsi spiazzati dal rapporto qualità-prezzo. Ma da La Spezia a Ventimiglia non mancano le buone tavole, dove gustare una cucina di qualità possibilmente legata al territorio ed essere trattati bene, spendendo il giusto.

Questo comporta spesso la rinuncia al waterfront (i locali più cari e fasulli sono quasi sempre affacciati sul porto e/o sul mare) e talvolta un po' di km verso l'interno, perché - non dimentichiamolo la cucina ligure è conosciuta da gran parte degli italiani per le specialità di mare: brandacujun (stoccafisso e patate), ciupin (zuppa di mare), gianchetti, cappon magro (il mix di pesce e verdure), acciughe e polpo in tante ricette. In realtà è altrettanto ricca forse di più - sul fronte di terra: dai primi della tradizione (pansotti al sugo di noci, lasagne e trenette al pesto, ravioli di borragine, minestrone alla genovese) al coniglio e alla cima (la pancia di vitello ripiena); dalle mille torte salate (Pasqualina in primis) alla farinata e alle focacce che qui hanno un valore quasi mistico. La vera domanda è semmai: si mangia meglio a Levante o a Ponente? Sempre interessante dare un'occhiata alle tre guide principali, escludendo naturalmente Genova che separa le due coste e per la cronaca non vive un periodo roseo. Per la Rossa Michelin non c'è match: 9 a 1 per il Ponente, l'unico nel Levante a vantarla è Mauro Ricciardi alla Locanda dell'Angelo ad Ameglia, che è il ristorante dell'hotel dove Angelo Paracucchi scrisse pagine memorabili della cucina italiana (sottovalutate, purtroppo) negli anni '70, come ammette persino il divino Marchesi. Per la cronaca, le nove stelle sulla costa occidentale sono The Cook (Arenzano), La Conchiglia (Arma di Taggia), San Giorgio (Cervo), Agrodolce (Imperia/Oneglia), l'ottimo Sarri (Imperia/Porto Maurizio), Vescovado (Noli), Paolo e Barbara (Sanremo), Claudio (Bergeggi), Locanda dell'Angelo (Millesimo, nell'entroterra), Anche la Guida dell'Espresso punta sul Ponente: il miglior locale è Paolo e Barbara con Tre Cappelli mentre il solo con Due è Villa della Pergola ad Alassio che ha in Antonio Ricci anima di Striscia la Notizia- uno dei soci. Nei Cappelli singoli si trova l'abisso: 13 contro 3. Infine, il Gambero Rosso: considerando i (pochi) locali sopra l'80 di punteggio finisce sei a uno, sempre per il Ponente. Segnatevi l'unico posto meritevole per i «gamberetti»: U Giancu a Rapallo.

Dobbiamo arrenderci? Assolutamente no: fermo restando che se parliamo di ristoranti gourmet, la costa da Genova alla Francia ha una marcia in più (e l'ha sempre avuta) proprio per la vicinanza ai «cugini».

Semmai è quella da Genova verso la Toscana che ha perso colpi, ma stiamo assistendo a segnali di risveglio: il più eclatante è senza dubbio quello della Langosteria che ha aperto un locale a Paraggi, all'interno dei Bagni Fiore che quest'anno festeggiano i 90 anni di attività: due brand che si sono uniti per un progetto curatissimo, in stile Riviera, con una proposta golosa e di qualità dalla colazione sino al dopo cena: brioche, focaccia e king crab. In questi posti davanti al mare, canterebbe Ivano Fossati, che non a caso vive a Leivì, in mezzo agli olivi, vista Levante.

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