L'ex patron della Guru: «Io schiavo della cocaina e del denaro»

Il racconto di Matteo Cambi, tornato in libertà dopo un anno di carcere e servizi sociali, al settimanale Chi. «Spendevo 10 mila euro a cena e non mangiavo neanche»

«Per anni la cocaina è stata la mia infedele compagna di vita. Mi drogavo così tanto che temevo di fare la fine di Marco Pantani. Dio e il carcere mi hanno salvato». Matteo Cambi, l'ex patron del marchio Guru, tornato in libertà dopo aver trascorso un anno tra carcere (per l'accusa di bancarotta fraudolenta), affidamento ai servizi sociali e arresti domiciliari, rompe il silenzio su "Chi", il settimanale diretto da Alfonso Signorini, in edicola domani, racconta la sua triste vicenda. «Strappavo i soldi. Più la Guru fatturava, più io bruciavo il denaro. Avevo dodici auto tra Bentley, Ferrari e Lamborghini. Spendevo 10 mila euro a cena e non mangiavo neanche perché avevo la droga in corpo. Ero posseduto dal denaro e dalla droga. Ho pagato 1 milione e 200 mila dollari per avere David La Chapelle come fotografo per le mie campagne pubblicitarie», afferma Matteo. «In Italia fatturavamo 100 milioni di euro, in Spagna 25 milioni. Ma la droga mi ha distrutto. Assumevo cocaina sempre e ho fatto fallire l'azienda. Poi è arrivato l'arresto per bancarotta. In carcere sono rinato. Leggevo la Bibbia e mi curavo. Peccato aver trascinato i miei familiari in quest'inferno.

Oggi vivo in un una piccola casa in affitto e va bene così». E sul suo futuro aggiunge. «Sarò uno dei concorrenti del reality La Tribù: Missione India. Ma è puro divertimento. Tornerò a lavorare nella moda, ma solo quando ci sarà un progetto serio».

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