C'è Hector Cuper sulla strada per l'Italia, ma non perché l'affronta nel girone di qualificazione mondiale sulla panchina della Georgia, ma perché l'hombre vertical ci vuole tornare. Lo chiamano l'hombre vertical perché, come dicono gli spagnoli, ha fama di uomo libero, capace di durezze anche con gli amici, ma buono e generoso, soprattutto ha fama di uno che non si piega mai, l'hombre vertical appunto. Ebbene l'uomo è un tenero, è un nostalgico, ricorda la sua Italia e quasi si commuove: «Con gli azzurri sarà una partita speciale». Sogna un ritorno nel calcio italiano: «Sono molto felice di aver allenato l'Inter e il Parma. Non è andata bene, soprattutto perché è un calcio molto competitivo. Mi piacerebbe tornarci un giorno. Devo dire che in assoluto mi piacerebbe tornare all'Inter, ma non credo sarà possibile. Con i nerazzurri sono arrivato a un passo dal successo, ma poi tutto si è fermato lì». Nostalgico e quasi commosso, ma davanti alla nuova guida tecnica dell'Inter ha la sua da dire: «Stimo Josè Mourinho, ho visto giocare la sua Inter e devo dire che non gioca come giocava l'Inter di Mancini. É un po' diverso Mourinho, è un allenatore troppo intelligente, non ho mai parlato personalmente con lui ma ho visto le sue quadre giocare. L'Inter è molto precisa, molto pratica. Credo che quest'anno sarà una delle due o tre squadre che lotteranno per vincere lo scudetto». Hector purtroppo si trascina sui campi per via della sua fama e una carriera rabbrividente: Nel 1998 perde una finale di coppa delle coppe alla guida del Masiorca contro la Lazio.
Nel 1999 e nel 2000 gioca due finali di Champions league perdendo prima contro il Real e poi contro il Bayern. Il capolavoro nel 2002, data 5 maggio, 4-2 con la Lazio, medaglia d'oro se esistesse un premio ai perdenti. Magari è solo una impressione, ma Cuper sta bene dov'è, sulla panchina della Georgia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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