Liberi i due tecnici dell’Impregilo

Sequestro di breve durata per Lucio Moro e Luciano Passarin, i due italiani presi in ostaggio in Nigeria il 23 febbraio: sono stati rilasciati ieri. Lo ha annunciato il nostro ministero degli Esteri, senza dare particolari. A Marano Lagunare, in provincia di Udine, a casa dei genitori di Moro, si è subito festeggiato. Dice a il Giornale il fratello Daniele: «So solo che sta bene e che rientrerà in Italia il prima possibile, ma non sono ancora riuscito a parlargli. Non ho alcun dettaglio della liberazione. Ci stavamo chiedendo con preoccupazione quanti giorni ci sarebbero voluti ancora per stabilire un contatto con i rapitori. Poi è arrivata la bella notizia. Adesso mi scusi, ma stiamo brindando».
I due tecnici friulani lavorano per una società nigeriana controllata al 70 per cento dalla milanese Impregilo. Quattro giorni fa stavano ispezionando con un altro collega italiano e due turchi l’avanzamento dei lavori per la costruzione di un ponte. L’Impregilo è impegnata nel Delta del Niger nella costruzione di strade e di cinque ponti. Una lancia veloce è sbucata da una delle diramazioni del Delta e gli uomini armati a bordo hanno cominciato a sparare in aria catturando e portando via i due tecnici. La polizia, che avrebbe dovuto proteggerli, non ha risposto al fuoco.
In un primo momento si è temuto che i tecnici potessero essere stati rapiti dai guerriglieri del Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger, che dal 7 dicembre tengono in ostaggio altri due italiani, Francesco Arena e Cosma Russo, dipendenti dell’Agip. La zona dell’ultimo sequestro è lontana da dove erano stati presi i primi italiani e dopo 24 ore il portavoce del Mend, Jomo Gbomo, aveva seccamente smentito il coinvolgimento dei suoi uomini nella cattura dei tecnici dell’Impregilo. Moro e Passarin sarebbero stati rapiti da bande armate dell’etnia okrika, una delle sessanta tribù del Delta, tribù che dà il nome anche ad una cittadina su un isolotto vicino a Port Harcourt, il capoluogo della zona ricca di petrolio.
Ai due ostaggi è andata relativamente bene, perché ai loro rapitori dovevano interessare solo i soldi, dato che il sequestro si è risolto in pochi giorni. L’Impregilo, come le altre società italiane che operano in Nigeria, con 627 connazionali, molti dei quali già evacuati, collabora con una cellula speciale del Sismi, il servizio segreto militare, che era stata inviata in Nigeria per gestire le trattative per il rilascio di Arena e Russo.
Il Mend ha emesso ieri un comunicato in cui ribadisce che per i suoi due ostaggi la prigionia sarà ancora lunga e dura.

«Senza il minimo dubbio, gli italiani saranno trattenuti in segreto fino alla loro eventuale liberazione che, ve lo garantisco, non arriverà tanto rapidamente», ha scritto Gbomo, il quale ha anche comunicato che gli ostaggi non avranno più alcun contatto con l’esterno e probabilmente sono stati spostati ancora più all’interno, nella foresta. Gli ostaggi parlavano regolarmente via cellulare con le famiglie, i loro avvocati e talvolta con i giornalisti, ma ora il Mend ha interrotto le comunicazioni.

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