Liquidazioni d’oro in Regione scandalo per l’ex presidente Illy

Buonuscite d’oro per una cinquantina di dirigenti durante la giunta regionale in Friuli-Venezia Giulia di Riccardo Illy, l’imprenditore del caffè prestato alla politica nel centrosinistra, fino a quando non ha perso le elezioni.
C’è chi si è beccato, oltre alla normale liquidazione, un incentivo superiore ai 250mila euro. Con casi assurdi come quello del dirigente mandato a casa con un bonus all’età di 64 anni, 5 mesi e 22 giorni. A 65 anni scattava la pensione. La procura della Corte dei conti del Friuli-Venezia Giulia contesta un danno per le casse pubbliche di 6 milioni e 480mila euro. Non solo: alcuni dirigenti mandati a casa grazie agli extra bonus si sono riciclati con incarichi regionali o simili rientrando dalla finestra.
Il procuratore regionale della Corte dei conti Maurizio Zappatori e il vice Tiziana Spedicato hanno presentato il conto citando la giunta Illy, che governava il Friuli-Venezia Giulia fino all’aprile 2008. Se verrà provato il danno erariale Riccardo Illy dovrebbe pagare di tasca sua il 30% degli oltre 6 milioni di euro. Stessa cifra per Andrea Viero, il direttore generale fortemente voluto da Illy. Il resto toccherebbe agli ex assessori. Nel mirino è finita anche una consulenza su commercio e turismo di 120mila euro a Giancarlo Bagarotto, ex presidente del Tar regionale.
«Nel 2003 viene introdotta una norma sulla risoluzione consensuale per i dirigenti che avrebbe dovuto essere utilizzata in casi eccezionali. Invece è diventata una prassi» ricorda Adriano Ritossa, per 15 anni consigliere regionale prima del Msi e poi di An. Un «segugio» delle delibere, che fin da allora aveva denunciato le cosiddette «beautiful exit».
Il Natale 2003 è stato un manna per molti dirigenti regionali del Friuli-Venezia Giulia. Sotto l’albero Luigino Maravai si è trovato, oltre alla liquidazione, 248mila euro. Poi l’extra è toccato a Giorgio Drabeni e Luigi Bortoli per una somma della stessa entità. Il top l’ha raggiunto Daniela Belli, con 273.581 euro, moglie dell’avvocato Sergio Giacomelli, in passato simbolo della destra triestina. In molti casi i dirigenti venivano mandati a casa perché scomodi per il centrosinistra.
Dei 50 dirigenti rottamati ben 35 hanno ottenuto un bonus superiore a 100mila euro. E, di questi, sei si sono portati a casa più di 200mila euro, oltre alla normale liquidazione. Nella citazione della Corte dei conti la manovra dell’amministrazione Illy è definita «irragionevole». Le indennità sarebbero state erogate senza giusta causa e rappresenterebbero una spesa svincolata dal concetto di interesse pubblico. Uno dei casi più paradossali riguarda Eugenio Bursich, un dirigente regionale incentivato ad andarsene a 64 anni, 5 mesi e 22 giorni. In pratica gli mancavano cinque mesi e pochi giorni per la pensione. Lo hanno mandato a casa con un bonus di 52.480 euro.
La magistratura contabile ho scovato pure una serie di incarichi a dirigenti esterni in alcune mansioni che erano di competenza dei liquidati profumatamente. Come nel caso di Luciano Colli, che il 28 novembre 2003 ha ottenuto una buonuscita di 129.067 euro. L’8 aprile è stato assegnato il suo incarico a un soggetto esterno. Per non parlare dell’ingegnere della Regione che ha fatto causa, perché dopo aver ottenuto un primo bonus voleva il resto dei due anni di mensilità extra come gli altri dirigenti. Con la delibera di giunta numero 919, del 29 aprile 2005, gli viene corrisposta un’ulteriore quota integrativa di 20.325,66 euro, nonostante il parere contrario degli uffici tecnico legislativi della stessa giunta.
Illy si difende sostenendo che si è trattato «della prima ristrutturazione dell’organizzazione da quando la Regione è stata costituita. Abbiamo ridotto i dirigenti da 230 a 153 con la creazione della figura dei “quadri”. Abbiamo bandito concorsi che non si facevano da vent’anni». Secondo gli avvocati dell’ex giunta di centrosinistra la spesa regionale si era ridotta da 27 milioni di euro a 18 milioni.
L’ex consigliere Ritossa fa notare un altro malvezzo, scaturito dalle buonuscite d’oro: «Casi di dirigenti rottamati, che poi sono rientrati dalla finestra. Usciti dall’ambito prettamente regionale ricompaiono in organizzazioni parallele con incarichi e consulenze». Uno dei dirigenti del settore agricolo rottamato con l’extra bonus «me lo sono ritrovato all’ambasciata italiana in Romania a tenere corsi per la pre adesione europea del Paese dell’Est come esperto dei fondi comunitari per l’agricoltura». Maravai, che dalla giunta Illy incassò un bonus di 248mila euro, oggi ha un incarico legato alla Regione guidata dal centrodestra.

C’è pure qualcuno uscito della dirigenza regionale della sanità, con gli incentivi dell’era Illy, che si ritrova nell’ambito di un’azienda sanitaria locale. «Alla fine - sentenzia Ritossa - pagano sempre i cittadini».
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