Liste pulite, legge a rischio: stop al varo del decreto

Per il varo definitivo del decreto sulla incandidabilità dei condannati manca solo il parere della commissione Bilancio del Senato. Stallo anche sul dl firme

Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri
Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri

Per il varo definitivo del decreto delegato sulla incandidabilità dei condannati manca solo il parere della commissione Bilancio del Senato. "Appena arrivano lo portiamo in Consiglio dei ministri", ha assicurato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri spiegando, al termine della seduta del governo a Palazzo Madama, il mancato via libera al provvedimento.

In mattinata lo schema del decreto non era riuscito a ottenere il parere richiesto dalla dommissione Bilancio di Palazzo Madama. Il presidente Antonio Azzolini non aveva dato la liberatoria per il parere. Proprio per questo il Consiglio dei ministri di oggi non ha potuto procedere all’approvazione. La titolare del Viminale ha sottolineato "la grandissima sensibilità e attenzione dela Camera e delle due commissioni del Senato" che hanno già espresso il parere sul provvedimento. La Cancellieri si è, quindi, detta fiduciosa sull’unico passaggio mancante dal momento che "non è un provvedimento di spesa". Tuttavia, in serata si è ripetuto lo stesso intoppo anche alla Camera dove la commissione Bilancio non ha dato il parere perché non vi ha ravvisato alcun profilo di natura finanziaria. Tuttavia, mentre il "non parere" della commissione Bilancio di Montecitorio, presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti, ha di fatto sbloccato l’iter parlamentare del provvedimento del governo, consentendo a questo di poter arrivare in Aula, il mancato parere dell’omologo organismo del Senato lo ha appunto bloccato rischiando di far saltare le misure sulle "liste pulite" per le prossime elezioni. Anche se, solitamente, per gli schemi di decreto legislativi il parere delle commissioni competenti è obbligatorio, ma non vincolante, in questa specifica delega data al governo nel ddl anticorruzione si prevede che le Camere dovranno esprimere questo loro parere entro sessanta giorni. Se ciò non avverrà, la delega scadrà e la misura sulle incandidabilità potrebbe non entrare in vigore per le prossime elezioni.

Nel frattempo anche il decreto sulla raccolta delle firme ha sbuto una battuta d'arresto ed è slittato a domani. "Il provvedimento tornerà all’esame dell’aula di Montecitorio alle ore 18.30 subito dopo l’approvazione della legge di stabilità", ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera. La giornata di domani, quindi, servirà a trovare quell’intesa auspicata dalla Cancellieri.

Dopo il via libera di Montecitorio, il testo dovrà passare all’esame di Palazzo Madama per l’approvazione definitiva. "L’auspicio è che i partiti facciano un passo avanti o un passo indietro - ha aggiunto la titolare del Viminale - perché bisogna fare un emendamento condiviso".

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