L'Italia in chiaroscuro del futuro al femminile

Metà maggio del '46. L'Italia di ieri sembra per tanti versi quella di oggi, anche se all'epoca il voto alle donne stava per diventare realtà ma non lo era ancora

L'Italia in chiaroscuro del futuro al femminile
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Metà maggio del '46. L'Italia di ieri sembra per tanti versi quella di oggi, anche se all'epoca il voto alle donne stava per diventare realtà ma non lo era ancora. Una nazione in chiaroscuro come la descrive Paola Cortellesi che sceglie di raccontarla attraverso un bianco e nero tanto suggestivo quanto inquietante. Perché il buongiorno della protagonista Delia, presa a schiaffi dal marito burbero che la disprezza, fa rima con tante - troppe - donne maltrattate in cerca di un'affermazione. Un domani sereno, non più dominato dal dio quattrino capace di mandare a monte anche il matrimonio della figlia con un giovane benestante, per via di un censo malandrino.

Allora come ora è l'Italia delle coppie maltrattate. Ce n'è soltanto una che funziona, i fruttivendoli, ed è di esempio per tante altre in cui si arriva alle mani per poco, come nella bega di cortile di Delia e le comari invidiose. Niente di nuovo insomma sotto un cielo che forse non è mai cambiato e la colonna sonora cerca di sottolinearlo a suo modo, ma stona. A Dalla e Daniele Silvestri il compito di rappresentare i sogni di Delia. Ad Achille Togliani e agli stornelli riveduti e corretti tocca invece trasporre una realtà discutibile. Musica eterogenea (troppo) che poco c'entra con il periodo e a nulla serve per trasmettere il messaggio della regista. Rari cambiamenti nei costumi sociali degli ultimi ottant'anni scarsi.

Paola Cortellesi è davanti e dietro la macchina da presa. Recita come in tante delle pur dimenticabili commedie di cui è stata l'anima corsara, ma dirige i suoi attori come forse non ci si aspetterebbe.

Prende rischi e accetta di correrli, riserva una sorpresa per gli spettatori con un finale che spiazza e «diverte». Difficile non voler bene a questo film che nella cineteca italiana di questi bistrattati anni Venti sembra un capolavoro pur non essendolo.

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