L'Italia s'è desta Ora dimostriamo di essere un Paese

Spesso si dà il meglio di sé nei momenti di grande difficoltà Dopo giorni di crollo la Borsa tiene. Ora tocca solo all’opposizione: dimostri di essere seria

L'Italia s'è desta 
Ora dimostriamo 
di essere un Paese

È proprio vero che spesso si dà il meglio di sé nei momenti di grande difficoltà. L'Italia non è quel Paese in ginocchio, smarrito e arreso come lo dipingono in modo strumentale la sinistra e la maggioranza dei giornali. Ieri abbiamo rintuzzato con le nostre forze il micidiale attacco della speculazione internazionale, chiudendo appena sotto la parità una giornata che si era aperta in modo drammatico. E in serata il governo ha annunciato provvedimenti coraggiosi per aumentare le difese. Berlusconi, con al fianco Tremonti e Letta, ha annunciato l'anticipo di un anno, cioè al 2013, del pareggio di bilancio previsto dalla manovra finanziaria. Saranno quindi anticipate tutte le misure contenute nella legge, e sarà subito avviato l'iter per cambiare l'articolo 41 della Costituzione (il presidente del Senato Schifani lo aveva nei giorni scorsi chiesto a gran voce) che sburocratizza e liberalizza completamente l'impresa, rendendo possibile senza permessi tutto ciò che non è espressamente vietato per legge. Non solo. Per rendere possibile tutto questo deputati e senatori rientrano dalle vacanze, il calendario delle sedute è già stato fissato e giovedì ci sarà seduta congiunta di Camera e Senato.

Secondo alcuni osservatori l'effetto di queste decisioni ha già provocato un allentamento delle tensioni finanziarie, misurabili sui mercati esteri che erano aperti quando in Italia era già sera. Berlusconi insomma ha dato la scossa attesa da giorni, e lo ha fatto dopo una fitta serie di consultazioni con i leader europei e con il presidente americano Obama.

Adesso si tratta, a qualsiasi costo, di non fermare le macchine. Dopo Casini, anche Bersani deve mettere da parte i vecchi schemi di gioco, smettere di seminare incertezza e conflittualità con la pretesa di cambiare il governo in corsa. Non è tempo di ribaltoni e neppure di elezioni anticipate. La maggioranza per approvare velocemente i provvedimenti d'emergenza che il momento richiede c'è ed è pure solida. Ma sarebbe utile che anche l'opposizione si facesse carico della situazione, non per dare una mano a Berlusconi o condividere alcune decisioni elettoralmente impopolari, ma per lanciare il chiaro segnale alla comunità finanziaria internazionale che chi volesse provare a distruggere il Paese non avrà vita facile. Sperando che anche i pm di assalto nei prossimi giorni facciano un passo indietro.

Rinviamo i colpi di scena sulle fantomatiche P3 e P4 a tempi in cui si può giocare con il fuoco senza il rischio di incendiare tutta la casa.


Adesso abbiamo due giorni di tregua (i mercati, e quindi l'assalto, riapriranno lunedì mattina). Usiamoli con giudizio, che vuole poi dire non cercare di smontare quello che faticosamente è stato costruito e deciso. Dimostriamo almeno una volta di essere Paese.

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