Giardino di Boboli, museo a cielo aperto nel cuore di Firenze

Com'è nato il parco di Palazzo Pitti voluto dalla famiglia Medici, il celebre giardino all'italiana che racchiude arte, storia, natura e passioni

Giardino di Boboli, museo a cielo aperto nel cuore di Firenze

Un esempio di giardino all'italiana conosciuto a livello internazionale, ma anche un museo a cielo aperto popolato di sculture, fontane, grotte, specie botaniche ed elementi architettonici: il giardino di Boboli è tutto questo, un luogo magico immerso nel cuore di Firenze.

Parte integrante di Palazzo Pitti, situato non lontano dal celebre Ponte Vecchio, il giardino di Boboli rappresenta uno dei luoghi fiorentini più ricchi di storia e suggestioni. La sua particolare struttura ha rappresentato un modello originale da cui hanno tratto ispirazione i progettisti di alcuni dei più noti giardini reali europei.

Perché si chiama giardino di Boboli?

Giardino di Boboli

Dietro alla scelta del nome Boboli dato al giardino di Palazzo Pitti si celano diverse ipotesi. La più diffusa si basa sul collegamento con la famiglia Borgolo, che vantava diversi possedimenti nella zona, mentre altre teorie si rifanno alla parola latina Bubulus o ad antichi termini di origine etrusca.

La prima realizzazione del parco si deve alla famiglia Medici, che tra il XVI e il XIX secolo decise di creare un giardino granducale connesso alla reggia e al Forte di Belvedere. Successivamente anche gli Asburgo-Lorena proseguirono con la progettazione di nuove aree che si aggiunsero al nucleo iniziale, fino all'arrivo dei Savoia con i quali il parco raggiunse un'estensione pari a 45mila metri quadrati.

L'obiettivo di Eleonora di Toledo

La prima committente del Giardino di Boboli è stata Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici e duchessa dal 1539 al 1562. Si deve a lei l'idea di trasformare il parco intorno al palazzo in un giardino monumentale. L'obiettivo della duchessa era quello di dare vita a una dimora principesca completamente circondata dalla natura ma allo stesso tempo protetta dall'esterno. I lavori furono affidati a Niccolò di Raffaello Pericoli, detto il Tribolo, che aveva già lavorato per la famiglia Medici.

La Grotta del Buontalenti

All'interno del giardino di Boboli non mancano vialetti, fontane, labirinti e grotte. Tra queste ultime occupa un posto di rilievo la Grotta del Buontalenti detta anche Grotta Grande, che sorge nell'estremità nord del parco in prossimità dell'inizio del Corridoio Vasariano. Questa suggestiva costruzione si deve a Giorgio Vasari e soprattutto a Bernardo Buontalenti, che si occupò della sua realizzazione su incarico di Francesco I de' Medici tra il 1583 e il 1593.

Sorta in sostituzione di un vivaio, rappresenta uno degli esempi più celebri della cultura manierista e si caratterizza per la perfetta unione tra arti diverse, architettura, pittura e scultura. Suddivisa in più ambienti, è una ricostruzione di una grotta naturale arricchita di elementi artistici e fantasiosi, nonché di concrezioni calcaree e rocce naturali. Non tutti sanno che, inoltre, la grotta ha ospitato le sculture originali dei quattro Prigioni di Michelangelo.

Appassionato di alchimia e di esoterismo, Francesco I richiese la realizzazione di un ambiente permeato di significati nascosti: il tema centrale della grotta potrebbe essere legato alla materia informe che gradualmente viene plasmata e si trasforma.

La Fontana della Forchetta

Giardino di Boboli

Tra

le numerose fontane che abbelliscono il parco di Boboli di Firenze, la Fontana della Forchetta è una delle più famose. È chiamata così per la presenza della statua del dio Nettuno che impugna il tridente.

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