Rasiglia è un piccolo gioiello d'acqua e pietra incastonato nel cuore delle verdi terre umbre. Un piccolo borgo ma dalla bellezza infinita e dalle caratteristiche piuttosto particolari, tanto da farle guadagnare l'appellativo di "Venezia dell'Umbria".
La sorgente d'acqua di Capovena rappresenta senz'altro un fattore essenziale per il successo turistico di Rasiglia, ma altrettanto è stato per quella che riguarda la sua storia. Un percorso quasi millenario fatto di mulini, lavorazione della lana e tintura, tutto rigorosamente artigianale e le cui tecniche affondano lontane nei secoli.
Rasiglia, le origini e la storia
Questa piccola cittadina è situata a poco più di 600 metri d'altezza rispetto al livello del mare, distante circa 18 km in auto da Foligno. Un tipico borgo medievale dell'Umbria dove la pietra è stata lavorata al servizio dei pochi ma laboriosi abitanti. Le origini di Rasiglia affondano fino ai primi anni del XIII secolo, attorno al 1210.
Nella zona dominavano i Trinci, una famiglia che estendeva i suoi possedimenti a tutta la zona di Foligno. Qui vollero edificare una fortezza difensiva, identificando nel piccolo borgo un punto strategico da cui difendere le terre folignati. Una rocca della quale ora possono essere ammirati soltanto parti delle mura di cinta e i ruderi di una torre. Malgrado ora sia caduto in rovina, il castello offriva un tempo una pregevole vista su tutta la valle del Menotre.
Lanifici, opifici e mulini ad acqua
L'acqua è sempre stato centrale nella storia di Rasiglia, tanto da permetterle nel 1600 di abbandonare la sua temporanea vocazione militare a favore di una ben più redditizia vocazione artigianale. Una prosperità che proseguì ininterrotta fino allo scoppio della rivoluzione industriale, quando i macchinari e lo spostamento della popolazione verso Foligno ne innescò il declino.
La rinascita di Rasiglia
Finisce così mestamente la storia di questo prezioso borgo umbro? Assolutamente no, tanto che nemmeno il terremoto che colpì queste terre nel 1997 riuscì a trasformare la cittadina in un luogo fantasma. A una prima fase di abbandono seguì la risposta fiera degli abitanti, i rasigliani, che hanno saputo far tornare al suo splendore la "Venezia dell'Umbria".
La vita a Rasiglia è tutt'ora intrecciata col ritmo dei ruscelli che ne attraversano le vie, intrecciati col verde della collina e coi fiori che adornano balconi e ringhiere del borgo. Molti turisti restano colpiti da tale spettacolo, particolarmente affascinante in primavera e in estate.
L'inverno riserva però diverse sorprese, come ad esempio quelle riservate in occasione del 26 dicembre e del 6 gennaio. In queste date il borgo si trasforma in un presepe vivente, reso ancora più magico dalle botteghe artigiante e dallo scrosciare delle acque nei canali.
Il segreto di tale meravigliosa oasi di pace? Niente auto per le sue vie: i veicoli vengono lasciati a poca distanza in appositi parcheggi, mentre per il resto basterà una breve e salutare passeggiata. Da non dimenticare infine una visita alla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, eretta nel 1745 in sostituizione della perduta chiesa del Castello. Presente dal 1754 anche un campanile, che si staglia fiero alla sommità del borgo.
Foto ruscello: Lucialu - Wikipedia
Foto Mulino: NikonZ7II - Wikimedia
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