Niente più whisky, niente più vacanze in quei paradisi naturali chiamati Highlands e niente più benzina dai rifornitori scozzesi. L'indignazione americana per la scelta del ministro della Giustizia scozzese di liberare il terrorista Adbelbaset al-Megrahi cresce di giorno in giorno e ha trovato ora un canale di sfogo. Boicottaggio è la parola d'ordine. Per tutti quei cittadini americani disgustati dai festeggiamenti e dagli onori con i quali il terrorista libico è stato accolto in patria dopo la liberazione, la protesta prenderà la forma più semplice eppure più efficace: boicottare i prodotti scozzesi in prima battuta, ma non trascurare di far sentire il proprio dissenso cercando di tenersi alla larga anche dai prodotti strettamente British.
Quella che per il governo di Scozia doveva essere l'incoronazione sulla scena internazionale, la prova della forza raggiunta dalla «nazione» a poco più di un decennio dalla devolution rischia insomma di trasformarsi in un boomerang, con possibili ripercussioni commerciali.
Questo vogliono i promotori del sito www.boycottscotland.com, che senza fare sconti a scozzesi e inglesi denunciano come «repellente» e «disgustosa» «la liberazione di un terrorista con lo scopo di favorire legami con il regime dittatoriale libico di Gheddafi e di favorire gli interessi commerciali di British Petroleum in quella regione». Per questo l'imperativo è uno solo: «Non viaggiare verso la Scozia o fare affari lì (o nel Regno Unito) e non comprare nessun prodotto britannico o scozzese». Per «mostrare solidarietà ai parenti delle vittime», «per mandare un messaggio chiaro e diretto ai due governi inglese e scozzese che non tollereremo un tradimento così evidente».
L'invito è di sommergere di e-mail i giornali dell'isola, il ministro della Giustizia scozzese responsabile della decisione, Kenny MacAskill, e gli altri protagonisti di questa vicenda, per sottolineare come sia ingiustificabile il doppiopesismo adottato: da una parte la compassione mostrata al terrorista malato e dall'altra l'insensibilità nei confronti dei parenti delle 270 vittime innocenti (tra cui 189 americani) uccise durante l'attentato al volo Pan Am del 21 dicembre 1988.
Che efficacia avrà l'azione avviata dagli americani è difficile dirlo. Certo è che ogni anno gli americani spendono in Scozia ben 260 milioni di sterline.
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