La Lombardia batte la crisi stappando bollicine

Giocarlo come numero al lotto è impossibile, troppo alto, over 90, perché fa impressione leggere che il vino lombardo, quello messo sul mercato nell’anno 2009 ha superato la quota di 100 milioni di bottiglie, tanto in un anno dominato da crisi e preoccupazioni. E la Lombardia non può non essere tra i protagonisti di una edizione del Vinitaly che si aprirà oggi a Verona per proseguire fino a lunedì prossimo. Come negli anni più recenti, il vino lombardo occuperà una vasta area del PalaExpo, la grande struttura bianca che il Viale del Lavoro.
Lì, grazie al lavoro dei dirigenti dell’Ascovilo, l’Associazione Consorzi Vini di Lombardia, presidente Livio Cagnoni, direttore generale Carlo Alberto Panont, e a quello della Regione, nonostante le recenti elezioni regionali, gli appassionati potranno degustare i prodotti di ben 209 cantine, una cifra record, otto in più rispetto al Vinitaly passato alle quali vanno aggiunti 14 tra sodalizi e consorzi. La Lombardia vanta 14 Doc e 5 Docg, delle quali due spumantische grazie a Franciacorta e Oltrepò Pavese. Con la nascita dell’Igt che abbraccia Brianza e Lago di Como, le cosiddette Terre Lariane, vinificano tutte le province lombarde fatta eccezione di Cremona. Magari non tutte le aree sono note fuori dalla loro zona, ad esempio i Ronchi Varesini, in pratica Angera sul lago Maggiore, abbracciano 15 ettari appena di viti (sui 23mila totali), ma è lo stesso importante registrare una simile copertura, con una sola zona, la Valtellina, in sofferenza per via dell’importanza del suo vino-bandiera, lo Sforzato, un gioiello che per le caratteristiche non può certo costare con un rosatello qualsiasi.
C’è anche uno slogan sulla facciata del PalaExpo: «Guardate Oltre: c’è la Lombardia!». E i vari stand occupano quattromila metri quadri. A parte le aziende che si sono ritagliate spazi esperti, come Terre Moretti (bollicine Bellavista ad esempio) o Costaripa al padiglione 7 o Ca’ del Bosco al 4, tutti lì dentro sperando di tornare presto ai livelli pre-crisi. Due sono le zone e le metodologie dove si sorride: vanno le bollicine e va il Lugana. Le prime sono figlie dell’Oltrepò (dove Barbera e Bonarda hanno segnato una leggera flessione) e della Franciacorta con i produttori pavesi oltre il milione e mezzo di bottiglie prodotte e i bresciani ormai attorno ai 10 milioni. Poi c’è il boom del Lugana, il bianco gardesano che vanta 7 milioni di bottiglie e che sta incontrando un grande successo di vendite al punto che la produzione si deve in pratica limitare a una diffusione in Lombardia, Veneto e mercato tedesco senza poter aggredire in maniera importante il resto d’Italia. Bene anche il Chiaretto del Garda ma è una realtà con volumi minori.
In vista del Vinitaly, come da tradizione, il governatore Formigoni ha premiato con la Spiga d’Oro un produttore lombardo che si è distinto oltre alla qualità in bottiglia. Quest’anno è successo con la Cascina Clarabella a Iseo in Franciacorta, cascinaclarabella.it, perché si proietta nel sociale impegnando giovani con disturbi psichici per farli vivere bene. Villa invece, villafranciacorta.it, presenterà la novità Cuvette, progetto nato il giorno del matrimonio della figlia del titolare.

WineCode è invece un’idea dell’Ais, presidente Luca Bandirali, in pratica alle bottiglie viene apposto un codice bidimensionale che, fotografato con un cellulare, rimanda a una pagina web con ogni informazione utile sul vino stesso.

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