Già quando fu nominato all’Ufficio di presidenza della Camera scoppiò un polverone. E nuove polemiche si sono già aperte a Palazzo Marino sul nome di Sergio D’Elia, dirigente dei radicali e impegnato come segretario di Nessuno tocchi Caino nella lotta contro la pena di morte. Ma anche ex terrorista di Prima Linea e condannato per concorso nell’omicidio di un agente di polizia nel 1978. E presto, candidato all’Ambrogino d’oro, la massima onoreficenza della città. La scadenza per presentare le candidature è fissata per sabato e il capogruppo milanese dei radicali, Marco Cappato, intende proporlo.
Accanto ai nomi ai nomi di due ricercatori Elena Cattaneo che opera all’Università degli studi di Milano e Giulio Cossu all’ospedale San Raffaele. D’Elia? «É la prova vivente che di come la giustizia e il carcere possono servire a recuperare una persona, lui è diventato un simbolo nella lotta contro la pena di morte».
Alza le barricate il vicepresidente Pdl del
consiglio comunale Riccardo De Corato: «Sarebbe uno sfregio alla città, il centrodestra farà di tutto perchè questo non avvenga e mi auguro che anche il Pd sia dalla nostra parte per evitare un premio che sarebbe uno scempio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.