La lunga notte degli Ambrogini: tutti d’accordo solo su don Gnocchi

Si comincia alle due del pomeriggio, si finirà a notte inoltrata (si spera senza «lunghi coltelli»). Scatta oggi la nomina degli Ambrogini: la commissione per le civiche benemerenze presieduta dal presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri deciderà a chi assegnare medaglie d’oro e attestati. Poche ore e si sapranno i nomi dei prescelti in attesa della premiazione ufficiale del 7 dicembre. La commissione formata dai componenti dell’ufficio di presidenza e dai presidenti dei gruppi consiliari valuterà ben cento candidature di ogni colore e orientamento. Le proposte non sono arrivate solo dai consiglieri ma anche dai cittadini. Fra i nomi proposti dal sindaco Letizia Moratti spiccano don Carlo Gnocchi per la Grande medaglia d’oro alla memoria e l’imprenditrice Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori. Ma ci sono anche gli stilisti Dolce & Gabbana, lo chef Gualtiero Marchesi, l’animatrice del teatro Parenti Andrée Ruth Shammah, il calciatore Paolo Maldini e il pugile Roberto Cammarelle. Ma, manco a dirlo, sarà la candidatura di Marina Berlusconi quella con lo strascico di polemiche più lungo. «Una manager inserita da Forbes nella classifica delle donne più potenti del mondo, un’imprenditrice milanese che dà lustro al Paese» così Giulio Gallera, capogruppo del Pdl in consiglio, ha rafforzato la tesi del sindaco. Sul fronte opposto l’opinione del Pd espressa da Pierfrancesco Majorino: «È una candidatura ridicola, se il sindaco vuole dare l’Ambrogino a Marina Berlusconi lo faccia e basta. Può farlo ma non chieda il nostro appoggio in un’occasione come questa. Noi puntiamo su altri nomi: Davide Rampello presidente della Triennale, i comitati di quartiere e per un riconoscimento alla memoria Giovanni Raboni, uno dei più grandi poeti contemporanei». Sarà invece la Lega ad opporsi alla nomination di Asfa Mahmoud il direttore della casa della cultura islamica di viale Padova. Il nome del musulmano moderato è stato suggerito da Gallera accanto a quello del Pio Albergo Trivulzio, di Stefano Dambruoso, di Vittorio Feltri e di Maurizio Belpietro.
Fra le «persone qualunque» segnalate dall’assessore Giovanni Terzi il vigile Antonio Zago, 79 anni «che ha gli stessi baffoni all’insù di quando fermava le macchine davanti all’elementare di via Moscati, sorrideva a noi scolari e ci regalava caramelle». Su Facebook la proposta di Terzi ha strappato un plenum di consensi fra i quarantenni o poco più, ex allievi della Moscati. «Era conosciuto come “il ferroviere” per aver fatto una campagna pubblicitaria sui trenini Lima.

Un uomo perbene, onesto e lavoratore. Ha sventato una rapina (all’oreficeria di via Spallanzani nel 1972) multando l’auto dei ladri parcheggiata in doppia fila. E in 34 anni di servizio ha fatto solo 10 giorni di malattia».

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