Si è svolta oggi, lunedì 27 giungo, presso la sede di Cinisello Balsamo, l'assemblea generale di Ucimu - Sistemi per Produrre, l'associazione nazionale dei costruttori di macchine utensili. I lavori, aperti dal presidente Giancarlo Losma, hanno consentito di fare il punto della situazione del settore, che sembra avviato a una consapevole, progressiva benchè "guardinga" ripresa, dopo la pesante crisi del 2009. Nel 2010, l'industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha dimostrato di saper cogliere appieno la ripresa, confermandosi ai vertici delle graduatorie mondiali dove occupa la quarta posizione tra i produttori e la terza tra gli esportatori. Ecco i dati nel dettaglio. In crescita: produzione 4.196 milioni di euro (+2,5%); export 2.604 milioni di euro (+3%); consumo 2.467 milioni (+5,7%); consegne sul mercato interno 1.592 milioni (+1,7%). Questo, in sintesi, il bilancio 2010 che è stato illustrato in mattinata da Losma, nella sesione aperta dell'assemblea annuale, alla presenza, tra gli altri, di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati. La ripresa avviata nel 2010, si intensificherà nel 2011, come emerge dai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu. Secondo le previsioni, infatti, nel 2011 la produzione dell'industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot, automazione crescerà a 4.955 milioni di euro, registrando un incremento del 18,1% rispetto all'anno precedente.
Il positivo risultato è determinato principalmente dalla performance delle esportazioni che, in crescita del 22,3%, raggiungeranno quota 3.185 milioni di euro.
Se nel 2010, la Cina è risultata primo mercato di sbocco dell'offerta italiana di made in Italy di settore, scalzando la Germania dal vertice della graduatoria, nei primi tre mesi del 2011 (ultimo dato disponibile), le vendite di macchine utensili italiane destinate ai costruttori tedeschi hanno segnato un deciso incremento. In ragione di ciò, Germania e Cina assorbono la stessa quota di export italiano, pari al 13,9%.
In particolare, nel periodo gennaio-marzo 2011, principali aree di destinazione risultano: Cina (+13,8%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, Germania (+115,6%), Stati Uniti (+123,4%), India (+58,9%), Brasile (+125,7%), Francia (-14,7%), Turchia (+110,5%), Polonia (+96,3%), Russia (-52,5%), Svizzera (+42,7%).
Con riferimento al mercato domestico, nel 2011, il consumo, atteso in crescita dell'11,7%, si attesterà a 2.755 milioni di euro, trainando la ripresa delle consegne dei costruttori che raggiungeranno il valore di 1.770 milioni, l'11,2% in più rispetto all'anno precedente.
"Nonostante il quadro di generale miglioramento - ha affermato Giancarlo Losma - resta alto il timore dei costruttori per la debolezza del mercato domestico che recupera soltanto una minima parte del terreno perso durante la crisi. La svogliatezza della domanda interna ha spinto i costruttori a intensificare la propria attività sui mercati stranieri, anche in quelli più lontani. A supporto delle imprese - ha continuato Giancarlo Losma - l'associazione ha sviluppato iniziative concrete. E' il caso di Uomo Ucimu in Cina, manager cinese che affianca le aziende italiane nella attività di penetrazione nel paese del dragone, cui si aggiunge Piattaforma India, nata con il medesimo obiettivo e per la quale saranno avviate a breve le procedure di recruitment del manager che opererà a fianco delle imprese".
"Partner strategico di questi progetti è l'Ice - ha proseguito il presidente di Ucimu - i cui fondi, tra il 2008 e il 2011, sono stati dimezzati. Al di là della decurtazione dell'ammontare destinato alla promozione del made in Italy nel mondo, ciò che ci preoccupa maggiormente è la confusione che si è creata intorno al ruolo dell'Istituto nazionale per il commercio estero, la cui sopravvivenza, negli ultimi mesi, è stata messa in discussione più volte".
"Le piccole e medie imprese hanno bisogno di una agenzia dedicata alla promozione capace di supportarle nel processo di internazionalizzazione così come hanno bisogno di un adeguato supporto del sistema bancario-creditizio - ha rilevato Losma-. Occorre che, al pari delle imprese di piccole e medie dimensioni, anche le banche italiane avviino un reale processo di internazionalizzazione, in modo da assistere le aziende in quelle aree dove il business è vivace. L'esempio dei concorrenti tedeschi è sotto gli occhi di tutti: le banche seguono le imprese nelle loro 'incursioni' nei mercati stranieri. Questo deve essere possibile anche per noi imprenditori italiani.
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