Il diritto di critica va fin sotto le toghe

Il diritto di criticare i giudizi emessi dai tribunali è un diritto sacro, che non può essere messo al bando, soffocato, compresso

Il diritto di critica va fin sotto le toghe
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Gentile Direttore Feltri, perché è vietato criticare i giudici? Quale reato configura? Insomma, io non mi spiego tutta questa polemica contro Elon Musk e contro coloro che in Italia non condividono l’ostruzionismo della magistratura nei confronti dell’esecutivo. Forse è possibile criticare chiunque, politici e non, ma guai a toccare le toghe?

Carlo Siviglia.

Caro Carlo,
se fosse proibito criticare l'operato dei giudici e quindi anche le loro sentenze, questo non sarebbe uno Stato di diritto, bensì una dittatura. La democrazia non si fonda soltanto sulla divisione dei poteri ma anche sulla libertà di parola, ossia di espressione, che si sostanzia altresì nel diritto di critica, critica anche e soprattutto nei confronti di chi ricopre ruoli istituzionali ed esercita le proprie prerogative in nome del popolo sovrano. Non soltanto è quindi possibile assumere un atteggiamento critico nei riguardi dei magistrati, ma tale atteggiamento è indicativo del fatto che una democrazia gode di buona salute.

Eppure mi rendo conto che la polemica costruita sul post di Elon Musk possa indurre il cittadino a convincersi che le toghe siano intoccabili e che non sia ammesso contestarle, disapprovarle, giudicare, a nostra volta, le loro decisioni. Errato. Il diritto di criticare i giudizi emessi dai tribunali è un diritto sacro, che non può essere messo al bando, soffocato, compresso. Anzi, esso deve essere incoraggiato e difeso. È mediante tale critica che possiamo esercitare il controllo sulla magistratura medesima, organo che è stato concepito come assolutamente indipendente, ovvero alla magistratura è stata attribuita una larghissima autonomia, affinché le sentenze siano libere, non condizionate, non viziate, appunto giuste. Una scelta opportuna, dunque, la quale però non deve tradursi nello strapotere di uno dei poteri dello Stato. Proprio come il diritto di critica riconosciuto alla persona, anche tale autonomia riconosciuta ai giudici non può essere posta in discussione. E non ci sogniamo che essi ne vengano privati. Tuttavia, nemmeno il cittadino, quantunque straniero, venga spogliato della possibilità e della facoltà di esternare stupore o contrarietà riguardo una decisione di tipo giudiziario né venga redarguito e richiamato all'ordine ove lo faccia. Musk, lo ripeto, non ha commesso alcun crimine. Né si è reso autore di un qualche incidente diplomatico. Né ha recato nocumento alla nostra sovranità.

Il sentimento di fastidio che ha destato la sua osservazione mi fa sospettare che vi sia una sorta di insofferenza verso l'intoccabile diritto di critica senza il quale, come

ho esposto all'inizio, la democrazia sarebbe monca e deperirebbe. È forse allergia verso la democrazia stessa, i suoi principi e le sue regole? Beh, in alcuni casi, ovvero per taluni individui, suppongo proprio che lo sia.

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