Il marcio che non stupisce

Il magistrato Patarnello ha scritto della premier Meloni: "È più pericolosa di Berlusconi"

Il marcio che non stupisce
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L'unica cosa che mi stupisce è lo stupore per quello che è successo, cioè che un magistrato abbia messo per iscritto sui suoi social la sua avversità al governo in carica. Secondo Marco Patarnello, voce autorevole della corrente di sinistra dei magistrati, Giorgia Meloni va fermata, e non soltanto sulla questione del centro di accoglienza in Albania: «È più pericolosa di Berlusconi scrive - ma non avendo inchieste giudiziarie è più forte». Dove sta la novità?

Anno 2019, il magistrato Emilio Sirianni, giudice a Catanzaro, parlando al telefono con Mimmo Lucano, sindaco di Riace caro al Pd: «Non preoccuparti, non siamo giudici imparziali, o meglio noi non siamo indifferenti, noi siamo di parte». Estate 2018, Luca Palamara allora potente capo della corrente Unicost risponde a un messaggio di un suo collega inorridito per l'accanimento giudiziario contro Matteo Salvini sulla questione dei porti bloccati alle navi Ong: «Non sbagli, hai ragione ma ora bisogna attaccarlo».

Nell'ennesimo braccio di ferro tra politica e magistratura non c'è proprio nulla di nuovo, su nessun fronte. Né potrebbe essere diversamente per il fatto che nulla è cambiato: il ministero della Giustizia, Nordio o non Nordio, è sempre saldamente in mano agli uomini delle correnti della magistratura, di fatto alla sinistra; il Parlamento procede a zig zag per evitare, al di là degli annunci, di fare pulizia vera del marcio che ha provocato il deragliamento della giustizia; la maggior parte della stampa e dell'informazione, nonostante beccata più volte con le mani nella marmellata, continua a tenere bordone alle parti più ideologizzate in alcune casi deviate della magistratura.

Quindi di che dovremmo stupirci? Che i magistrati che sono stati al vertice di strutture sensibili, vedi la Direzione antimafia, che si è scoperto essere centrali di dossieraggio, siano diventati deputati e senatori della sinistra? Sì, dovremmo, e qualcuno pure ci prova a stupirsi, ma è come parlare al vento.

L'unico vero stupore è che in due anni oggi di governo né una forte maggioranza di centrodestra né una premier tosta come Giorgia Meloni siano ancora riusciti a estirpare il male. Potrebbe essere che la questione sia più complicata di quanto appare e che la magistratura politicizzata, notoriamente atea, abbia insospettabili santi in paradiso.

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