Magnini e la Filippi sul tetto d’Europa Nuoto azzurro d’oro

Deludono le primedonne Federica Pellegrini e Laure Manaudou

Doveva essere la giornata del riscatto azzurro. Le attese non sono state tradite. Agli Europei di nuoto in vasca corta di Debrecen, Ungheria, ecco sul medagliere le firme che t’aspetti. Sono quelle di Filippo Magnini e Alessia Filippi. Il primo s’impone nei 200 stile libero e la romana viaggia più forte di tutte nei 400 misti. Deludono invece le «prime donne» Federica Pellegrini e Laure Manaudou. Nei 200 stile libero la francese, comprensibilmente appannata dalle turbolenze sentimentali, perde l’oro a vantaggio della svedese Lillhage, mentre la Pellegrini dopo l’argento nei 400 sl si congeda «solo» quinta.
Due gare diverse, quelle interpretate dagli atleti di punta a casa Italia. Con Magnini impegnato nel lungo testa a testa con il tedesco Biedermann, fino allo spunto vincente in 1’43’’50. «Sono molto soddisfatto. Avevo deciso di fare la gara su Biedermann - ha confermato - e alla fine sono riuscito ad andargli via, per 10 centesimi». Poi la battuta: «Non sono velocissimo, è vero, ma riesco a ricordarmi come si fa a vincere». Per il pesarese, infatti, si tratta del quarto successo consecutivo (dopo Vienna 2004, Trieste 2005, Helsinki 2006). L’obiettivo vero «resta Pechino». Nella stessa finale, Massimiliano Rosolino si è visto rimontare e «rapinare» il terzo gradino del podio dal polacco Korzeniowski, finendo quarto.
Tutt’altra storia per la Filippi, autrice di una performance giocata più sulla resistenza che sull’aggressività. Sistemata dopo le prudenti qualificazioni in corsia 7, Alessia è sembrata in difficoltà nelle fasi iniziali. Ma ai 100 eccola già terza, ai 150 il sorpasso alla Belmonte. Negli ultimi 50 metri ha saputo amministrare il vantaggio: 4’30’’46 il verdetto del cronometro per la vicecampionessa del mondo e adesso di nuovo regina d’Europa, che commenta a fine gara: «Ero sfinita, ma volevo quest’oro, specie dopo il rocambolesco bronzo degli 800 stile. Era difficile, ci sono riuscita». La domenica felice del nuoto italiano, dopo un sabato colmo di rimpianti, s’arricchisce con il secondo posto di Paolo Bossini nei 200 rana e record italiano in 2’05’’82 (dietro l’ungherese Gyurta), 1’31’’ meglio del precedente primato stabilito lo scorso anno a Helsinki, valso allora il bronzo.

Eppure Bossini aveva fame: «Conservando un po’ di energie sarei riuscito forse a spingere di più negli ultimi metri».
L’undicesimo Europeo per noi va in archivio con 9 medaglie, tre nuovi record italiani e il sorriso del ct Alberto Castagnetti.

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