da Milano
«Ho sempre pensato che una famiglia, seppur sbandata, fosse comunque una famiglia. Adesso, invece, sono convinta che i rom non meritino i loro figli perché vivono sulla loro pelle, li sfruttano: ha ragione Rutelli quando propone di toglier loro la patria potestà. A Milano con i rom le abbiamo provate tutte, ma ogni iniziativa è fallita. I nomadi non sono integrabili perché non vogliono lavorare e non conoscono letica del lavoro. Non hanno nulla a che fare con gli altri immigrati».
Tiziana Maiolo, assessore al Commercio e alle attività produttive di Palazzo Marino, parla con rabbia. La sua cinica disamina è frutto di lunghe (e purtroppo infruttuose) battaglie, sperimentate personalmente sul territorio per integrare i nomadi. Tre anni fa era stata proprio lei, da assessore alle Politiche sociali nella giunta Albertini, con la polizia, a salvare un bimbo rom di 6 anni e mezzo dalle grinfie del padre che lo faceva prostituire. E che poi lo sequestrò da una casa famiglia. «Stefan ora ha 9 anni e vive in unaltra comunità segreta, sta bene ed è bravo a scuola - racconta - ma non dimentica le brutture subìte. Infatti ha ancora problemi...». La Maiolo è rassegnata. «Con i nomadi -dice- è tutto inutile. Il Patto sociale istituito nel 2001 dal Comune con loro fallì e fallirà pure lattuale Patto della legalità, anche se è corretto sperimentarlo. Il problema, infatti, non riguarda le istituzioni o gli amministratori. Sono i rom a non voler lavorare perché convinti che siamo noi a doverli mantenere e che è un loro diritto sfruttarci. Il ministro Giuliano Amato li compiange? Prodi balbetta e parla di problema complesso? Ma andiamo! Questa gente manda i propri figli a vendersi e campa solo andando a rubare! E a Livorno? Invece di salvare i figli i genitori sono scappati. Non meritano i soldi che i Comuni stanziano per loro. Gli adulti non lavorano e lasciano che i bimbi frequentino la scuola solo per brevissimi periodi. Così, nessuno di loro parla italiano!».
Ma quali potrebbero essere i rimedi? La Maiolo non ha dubbi: «Lunico patto da fare con loro, ammesso che funzioni, è quello del lavoro! Basta piagnistei! Facciamo come nei porti, con le barche: istituiamo per i rom campi-sosta a pagamento, per periodi limitati, dove paghino la luce (senza fare allacciamenti abusivi!) e non sfascino, come a Triboniano, tutti i bagni dopo una settimana!».
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