La maledizione di Calatrava Il ponte è chiuso a oltranza

L’architetto spagnolo attacca il sindaco: «Sono molto disgustato»

Inaugurazione annullata o rinviata?
Nel dubbio, l’architetto Santiago Calatrava si dichiara «molto disgustato». Non l’ha presa bene il celebre «ingegnere artista» che, per giovedì 18 settembre, nell’agenda aveva sottolineato in rosso un evento: «Venezia: inaugurazione ponte alla presenza dell’amico Giorgio Napolitano». Già, perché questo Le Corbusier in salsa spagnola può vantare la stima incondizionata anche del nostro presidente della Repubblica il quale aveva già assicurato la sua presenza a Venezia in occasione del fatidico taglio del nastro. Invece, almeno per ora, è saltato tutto. Con grande scorno di Calatrava che dalle colonne di El Pais gliele ha cantate a Cacciari, bollato come «sindaco senza coraggio».
Figurarsi quindi l’imbarazzo con cui l’altra sera Cacciari e Calatrava hanno passeggiato fianco a fianco sul ponte della discordia per un «sopralluogo tecnico» dal sapore diplomatico. Alla fine della visita sorrisi tirati e parole rassicuranti, ma pure la conferma che il 18 settembre non sarà inaugurato un bel niente.
All’uscita del cantiere, le uniche tre parole del primo cittadino filosofo sono state: «Tutto a posto». Un attimo dopo il ponte è tornato al buio con i progettisti pronti a sottolineare che «le luci verranno accese solo in occasione di eventi particolari, anche per ragioni di risparmio energetico, per esempio per il Carnevale, il Natale o per una sfilata di moda».
«È proprio stupendo, è un capolavoro», è stato il commento (un po’ interessato?) di Calatrava che, democraticamente, ha pure ricordato come le «maestranze abbiano lavorato in maniera stupenda il vetro e la pietra».
Nel 1997 sulla scelta dell’architetto di Valencia il Comune non ebbe dubbi: il suo curriculm è una garanzia, essendo autore di ponti famosi, come ad esempio il Puente de la Mujer di Buenos Aires, il Puente del Alamillo sul Guadalquivir e l’Oberbaumbrücke di Berlino.
Eppure la maledizione del ponte di Calatrava continua a creare una certa inquietudine. A preoccupare sono una serie di nuove (e vecchie) magagne tecniche: dopo le polemiche per la statica un po’ troppo «ballerina», l’ultimo difetto riguarda proprio lo spettacolare sistema di illuminazione che però non consentirebbe di vedere bene i gradini di vetro, col rischio di far ruzzolare i pedoni in versione oggi le comiche.
Gongola l’opposizione che denuncia l’incredibile lievitazione dei costi dell’opera, saliti da 4,7 milioni di euro a 20 milioni. Cantano vittoria anche il gruppo di disabili che non hanno risparmiato fischi alle autorità, lamentando l’impossibilità per gli invalidi di attraversare il quarto ponte veneziano che attraversa il Canal Grande fra piazzale Roma e la stazione ferroviaria: non è infatti ancora stata completata l’ovovia che garantirà l’accesso al ponte delle persone con problemi motori.


Intanto il sindaco Cacciari ha avanzato la sua proposta, prontamente ratificata dalla giunta comunale: il ponte di Calatrava sarà intitolato alla Costituzione (quella con la «C» maiuscola). Non meno importante resta comunque la costituzione (con la «c» minuscola) che, per il bene di Venezia, tutti sperano si riveli «sana e robusta».

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