(...) di sfiducia. Con una raccomandazione: «Chi desiderava farmi fuori oggi può finalmente premere il grilletto».
È caduto con 13 favorevoli, 7 astenuti e due soli contrari. Insomma, ai 10 firmatari della mozione presentata da Pd, Udc, Idv, Sel e Giuseppe Damasio del gruppo Lealtà, ieri sera, nella sede del Municipio Medio Levante di via Mascherpa, si sono aggiunti i consiglieri dell'«Altra Genova» (il gruppo che fa riferimento al senatore Enrico Musso) e la pidiellina Anna Palmieri. Astenuto invece l'intero Popolo della libertà con la sola eccezione di Donatella Pallotta che alla chiamata ha risposto negativamente insieme a Francesco Massa del Gruppo Misto.
Non ha trovato sponda né a destra né a sinistra l'ultimo appello dei Orengo subentrato il 9 marzo del 2011 alla presidenza del Municipio al posto dell'attuale assessore comunale alle Manutenzioni, Pasquale Ottonello. «Quello che è uscito sui giornali - ha detto - mi ha ferito ma non corrisponde a verità. Mentre se mi si vuole fare una colpa politica quella è stata solo la voglia di lavorare, di fare». «L'unico reato evidente per ora è la pubblicazione di atti processuali da parte di alcuni giornali», gli fa sponda Francesco Massa. Ma è l'unico. Il gruppo del Pdl lascia «completa autonomia e libertà di voto ai singoli consiglieri».
Renzo Di Prima (Lega Nord), uno dei primi ad aver chiesto le dimissioni di Orengo, conferma le posizioni già espresse sul nostro Giornale e si astiene: «Una cosa è chiedere le dimissioni ad un alleato, un'altra votare la sfiducia». Mentre pesanti piovono le critiche dallo stesso centrodestra. In primis l'assessore allo Sport, Anna Palmieri, che non fa mancare censure alla gestione politica del Municipio da parte di Orengo, reo di «non aver quasi mai coinvolto la Giunta ma di aver trasmesso le informazioni tramite i giornali». D'altra parte, avverte l'assessore a 10 minuto dal voto, «l'arroganza non porta a nulla». Rosa De Luca insiste e parla di eccesso di protagonismo: «Orengo ha confuso lappartenenza a un partito con il ruolo istituzionale che ricopre». «Chi ha votato la sfiducia andrebbe espulso a calci nel sedere», il commento a caldo di Alberto Clavarino di Liguria Moderata. Più caute le considerazioni di Enrico Cimaschi (anche lui di Liguria Moderata): «Gli avevamo consigliato le dimissioni». Insomma, un finale che farà discutere. Con le dimissioni, infatti, Orengo avrebbe permesso la prosecuzione della Giunta e il posto di presidente del Municipio «in pectore» sarebbe stato assunto dal vicepresidente Glauco Berrettoni (L'Altra Genova).
Con la sfiducia la guida del parlamentino passa a Anna Maria Galli (Udc), presidente del consiglio.
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