Malpensa progetta il futuro: no terza pista e il cargo raddoppia

Piace il nuovo Masterplan ora all'esame di Enac e ministero. L'aeroporto non arriverà a Lonate, ma aumenterà i movimenti

Malpensa progetta il futuro: no terza pista e il cargo raddoppia

Malpensa può crescere fino al 2030 senza che si riparli di terza pista. Lo dice il nuovo Masterplan su cui la Sea società di gestione apre ora il percorso di confronto con il territorio, a partire dalle linee-guida: tra gli elementi centrali, la rinuncia alla terza runway e la riduzione da 330 ettari a 60 ettari dell'area di espansione dello scalo, nodo contestatissimo.

Non ci vorrà la terza pista grazie allo studio avviato con Enav ma ci saranno comunque miglioramenti che garantiscano la crescita. La prospettiva di far crescere i passeggeri fino a 32,5 milioni di viaggiatori (e un milione di tonnellate merci) diventerà possibile grazie a un consistente incremento dei movimenti. Se l'attuale capacità è di 69 movimenti orari e quella ipotizzata con la terza pista era di 108, la previsione del nuovo masterplan è di arrivare a 78 movimenti orari.

Gli investimenti sono concentrati sulla creazione di nuove piste di rullaggio («taxiway») di accesso alle due piste esistenti. Nuovi raccordi che consentono di rendere più rapidi gli ingressi in pista e ridurre il tempo tra un movimento (decollo o atterraggio) e quello successivo. Con questi cambiamenti organizzativi si ottiene una significativa crescita della capacità, che permette di non riaprire terza pista prima del 2030.
Il vecchio piano però non riguardava soltanto passeggeri e terza pista, ma anche un investimento nel settore della logistica. E qui il cambio di rotta è decisamente meno radicale, ma consistente dal punto di vista numerico: si passa infatti da 330 ettari di espansione (sull'area occupata da via Gaggio) a 60 ettari. Viene accantonato il progetto di ampliamento che faceva parte del contestato Masterplan dell'era Bonomi, il piano che prevedeva l'inglobamento di case Nuove - comprso il cimitero - per arrivare fin sotto le finestre degli abitanti di Lonate Pozzolo.
Ora occhi e orecchie dei residenti sono state risparmiate e il progetto resta confinato nel cassetto.

Per lo sviluppo del cargo fino al 2030 saranno sufficienti 60 ettari, a sud dello scalo, cioè nell'area tra la superstrada 336 e l'attuale confine aeroportuale: una porzione più ridotta (di area verde, a bosco) rispetto al precedente progetto che prevedeva di sacrificare una zona più ampia. Lo scenario prevede anche la deviazione della Strada Provinciale 14, la «via molinelli» Lonate Pozzolo-Vizzola.

Il presidente di Sea, Pietro Modiano, ha detto: «Gli studi dicono che questa è l'unica soluzione compatibile con le prospettive assegnate a Malpensa». Ora tocca a Enac prima e al ministero poi esprimersi su un nodo che continua a creare grattacapi e polemiche.

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