Mamma getta la figlia di sei mesi dal secondo piano

Ha afferrato la figlia come fosse una bambola di pezza e l’ha gettata dalla finestra. Non si è neanche resa conto di quello che stava facendo, spinta da una forza più grande di lei. Daniela Altamura, 32 anni, mamma da appena sei mesi, ieri voleva solo uccidere la sua bambina.
La tragedia è accaduta in via Anco Marzio, a Passo Corese. Gli abitanti del piccolo centro in provincia di Rieti oggi non parlano di altro. Difficile credere a quanto è successo, anche perché molti conoscono la famiglia della bambina. Eppure ieri mattina alle 10 la donna, casalinga, affetta da depressione post-partum, in cura farmacologica da uno psicologo, ha fatto volare giù dal secondo piano della sua abitazione Carlotta, la figlioletta di sei mesi, che dopo otto metri nel vuoto è piombata a terra. Ora lotta tra la vita e la morte.
«Si, sono stata io, non so perché l’ho fatto. Solo ora me ne sto rendendo conto», ha detto la madre sotto choc ai carabinieri di Poggio Mirteto, che l’hanno arrestata e fatta ricoverare nel reparto di psichiatria del Pertini, nella sezione riservata ai detenuti di Rebibbia. La piccola, invece, è stata trasportata d’urgenza in eliambulanza al pronto soccorso del policlinico Gemelli, dove è stata ricoverata in codice rosso nel reparto di terapia intensiva in coma profondo, con un trauma cranico, ematoma alla testa e fratture multiple.
Ieri Daniela Altamura avrebbe agito d’impulso, perché la figlia piangeva. Oltre all’ammissione della donna, contro di lei ci sono anche le testimonianze dei vicini che hanno assistito a quanto stava accadendo, senza riuscire a evitarlo. Il convivente, un operaio, è distrutto. Non si dà pace e si dispera per non aver capito la gravità della situazione e continua a ripetere che se solo avesse avesse intuito da un gesto o una frase, questo non sarebbe successo. Purtroppo la depressione post partum è un male sempre più diffuso tra le neo mamme, che spesso si trovano a fronteggiarla da sole. E sul caso è polemica.

«È da anni che lottiamo per far decollare il servizio di assistenza domiciliare della Asl di Rieti per i nuovi nati e le puerpere - spiega Antonio Ferraro, presidente di Cittadinanzattiva Rieti - finalmente sei mesi fa siamo riusciti a farlo attivare, ma assiste solo le donne che partoriscono all’ospedale di Rieti. Tutte le altre mamme restano senza alcun tipo di supporto, nonostante siano tanti i casi a rischio e agire sulla prevenzione diventa fondamentale».

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