Già commendatore della Repubblica italiana, adesso Claudia Buccellati è Madame Commerce d'Europe 2008. Un titolo conferitole nei giorni scorsi a Parigi dal ministro degli Affari esteri e da quello dell'Artigianato, del turismo e dei servizi. Una platea d'eccezione dalla quale mancava solo il presidente Nicolas Sarkozy che però l'ha omaggiata di un premio speciale, scelto da lui stesso in occasione della sua presidenza del semestre europeo: un vaso di Sèvres con dedica.
Conosciuta in tutto il mondo come imprenditrice di successo del settore orafo - che cura a livello di marketing, immagine e comunicazione con delega alla gestione amministrativa nel nome della famiglia del marito Lorenzo e del lui padre, Mario Buccellati, gioielliere di fiducia, tra gli altri, di Gabriele D'Annunzio - Claudia Buccellati era stata indicata dal Gruppo Terziario Donna (che rappresenta l'imprenditoria femminile allinterno dell'Unione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano) come nome di prestigio che rappresentasse l'Italia nell'edizione 2008 del Trophées Europe.
Tuttavia, se il prestigio di un cognome si può ereditare, per continuare a portarlo in alto e a tenerne vivo lo spirito che lo anima, servono idee, forza, cuore ed energie inesauribili che a questa signora sembrano non mancare mai.
Claudia Granati Buccellati - nata a Cavenago d'Adda, a pochi chilometri da Lodi, da Alberto Granati ed Elena Crodara Visconti - è la maggiore di tre fratelli e il suo primo premio lo ha vinto, pensate un po', in prima media. Poi, negli anni, trasferitasi a Milano senza mai abbandonare i campi di Lodi, dove il fine settimana vive in una cascina che raccoglie tutto il suo amore per la vita rurale e l'attaccamento alle sue radici, sono seguiti il premio Valore Donna del Comune di Milano (2005) e il prestigioso riconoscimento «Rosa Camuna» consegnatale dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
Tutti ottenuti grazie al suo ostinato impegno verso gli altri, nei confronti delle realtà che la circondano e che mai ha ignorato. «Il concetto del senso del dovere nessuno lo insegna - spiega - fa parte del dna. Adesso è in voga, purtroppo, un'altra tendenza: far di tutto per scansare i doveri».
La storia della sua vita ha incrociato quella di personaggi e momenti politici milanesi storici. Dopo una laurea in Lettere antiche alla Statale e un master alla Bocconi in marketing aziendale, l'incontro con Lorenzo Buccellati («un porto dove poter riposare» che le ha dato «grande pace e tranquillità») la vede spiccare il volo per diventare non solo tra le donne più belle e interessanti della Milano che conta ma anche una vera e propria leader del suo settore. E' presidentessa, infatti, dell'associazione dei commercianti di via Montenapoleone, un ruolo attraverso il quale cerca affannosamente di mantenere al meglio un luogo simbolo dell'Italia nel mondo. «Un luogo con un indotto che ha creato molti posti di lavoro e un fatturato che mantiene molte istituzioni».
Presidente dell'associazione Per il Policlinico onlus, consigliere dell'associazione Emergenza Anziani (che ideò e sostenne la creazione dei «custodi sociali» a Milano) sempre schierata a difesa delle istituzioni, il suo impegno imprenditoriale è esattamente parallelo a quello sociale. «Bisogna sempre pensare agli altri, a chi ha meno, a chi subisce ingiustizie» ci tiene a dire. Così, nel 2004 - dopo il suicidio dell'87enne imprenditore in pensione e amico personale Armando Folli, che si era tolto la vita per l'umiliazione di essere stato imbrogliato da una banda di ladri introfulatisi in casa sua con l'inganno - ha presentato una petizione all'allora ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli, sottoscritta da molte firme eccellenti, per chiedere una nuova configurazione di reato, cioè la modifica delle attuali leggi per coloro che commettono truffe ai danni degli anziani e che, allo stato attuale, sono impunibili: purtroppo le modifiche agli articoli 640 e 643 sono ancora in via di discussione.
«Sembra non ci sia volontà politica per cambiare certe cose - conclude la Buccellati -, ma non per questo bisogna arrendersi.
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