Mancano solo gli Amici del bollito

Le consultazioni di Marini sono cominciate giovedì 31 gennaio alle 16 con la Destra. E termineranno lunedì 4 febbraio con il Pd. Se uno vuole avere l'immagine dello sfascio del Paese basta guardare il calendario completo: sono 37 delegazioni che entreranno nell'ufficio del presidente incaricato-finalizzato. Appuntamenti al ritmo di uno ogni mezz'ora, a volte anche uno ogni quarto d'ora. Impossibile pure trovare il tempo per fare pipì.
Ieri, per esempio, venerdì 1 febbraio, santa Verdiana vergine e reclusa, il programma prevedeva 16 incontri. Dicasi 16. Inizio alle 9.30 del mattino con i Verdi, fine alle 19.30 con l'Unione Democratica, che poi sarebbe il privé politico di Bordon e Manzione (ma Bordon non si è dimesso già una decina di volte? Che ci fa ancora lì?). In mezzo sono passati Idv, Prc, Mpa, De Gregorio (Italiani nel Mondo), Fuda (Pd Meridionale), il movimento consumatori (Rossi), Turigliatto e Cannavò (Sinistra critica), repubblicani, liberali, Nuovo Psi e persino il Psdi. Caso mai qualcuno di voi se lo fosse dimenticato: c'è pure il Psdi. E Nicolazzi?
Fateci caso: più che consultazioni politiche sembra la sala d'attesa di un dentista. Sulla porta i convenuti si fanno coraggio: in bocca al lupo (marsicano). Ci sono persone preoccupate per il Paese, altre felici per il breve momento di notorietà che li aspetta all'uscita davanti alle telecamere tv. Sempre più annoiate, per la verità. Qualcuno ha a disposizione fino a 45 minuti (il Prc, dalle 12.15 alle 13), altri solo 15 minuti, come Fuda (dalle 18.15 alle 18.30) o il nuovo Psi (dalle 19 alle 19.15). All'ora del pranzo era prevista una piccola pausa: s'è infilato dentro Gianni Letta. Urge controllo medico: se Marini offre un caffè a ogni delegazione, rischia la tachicardia. Comunque, considerata la situazione, non è escluso che ce l'abbia, anche senza caffè.
Ma il bello deve ancora venire. Oggi le consultazioni passano dai partiti alle parti sociali. Sabato 2 febbraio, festa della presentazione del Signore, per primi si presenteranno Cgil, Cisl e Uil. Se non è una bestemmia, è sicuramente una bizzarria istituzionale. Che c'entrano Cgil, Cisl e Uil con un governo che deve sondare la possibilità di fare la riforma elettorale? Le riforme elettorali, una volta, non le faceva il Parlamento? O Marini, da buon sindacalista, ha intenzione di tornare alla Camera delle Corporazioni? Basta sapere, s'intende. Epifani presidente del Senato e Angeletti alla Commissione Affari Costituzionali. E poi?
Il calendario anche oggi è serrato. Dopo Cgil, Cisl e Uil entreranno nell'ufficio di Marini (in ordine): Ugl, Confindustria, Confcommercio, Legacoop, Confcooperative, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Confagricoltura e Casartigiani. Perfetto: mancano solo l'Arcigay, gli Amici del Bollito, il Club campeggiatori Jonici e Piccoli Fan di Paperino e poi la lista è completa. O forse no: per fare una buona legge elettorale, in effetti, non bisognerebbe chiedere un parere anche al Coro dell'Antoniano o ai reduci dei bersaglieri?
Nell'attesa ci godiamo lo spettacolo. Dice il presidente finalizzato Marini che lui non cerca scorciatoie. In effetti: chi l'ha mai detto? Più che scorciatoie lui sta cercando allungatoie. No, dico: s'era mai vista una sfilata così? S'erano mai viste 37 delegazioni in sala d'attesa? A mettere insieme le indicazioni di tutti viene un puzzle che nemmeno Einstein riuscirebbe a comporlo. Con tutto il rispetto, che ci riesca Marini pare piuttosto improbabile.
Il presidente incaricato si giustifica dicendo che ascoltare le parti sociali è importante per sentire il polso del Paese. Ricorda che lo fece già Spadolini nel 1989. E va bene. Ma a parte il fatto che l'esistenza di un precedente è una giustificazione piuttosto debole (l'infanticidio non è forse più un reato solo per il fatto che c'è stato Erode?) e a parte il fatto che Spadolini (guarda un po') nel 1989 fallì, ci siano permesse due piccole domande.

Prima domanda: perché, per esempio, i Cobas non sono stati ascoltati? E i sindacati autonomi? Loro forse non sono parti sociali? O forse che sulla riforma elettorale Casartigiani e Legacoop hanno più diritto di parlare del Sap e dello Snals? Seconda domanda: caro presidente Marini, dopo aver dato possibilità di esprimersi a tutti i sindacati, di grazia, non potrebbe togliersi di mezzo e dare possibilità di esprimersi anche agli italiani?
Mario Giordano

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