Mancini: «Meglio finire qui il campionato»

da Verona

La sua Inter vince e convince, ma Roberto Mancini ha davvero voglia di parlare d'altro. A lui lo stadio Bentegodi senza pubblico e in più con un terreno di gioco in cui giocare a calcio è impresa ardua per tutti non è proprio piaciuto. E così il dopo partita della sfida con il Chievo si trasforma in un atto d'accusa contro chi ha deciso di dare solo ora un giro di vite al calcio violento. «Se questo è il calcio che si vuole, be’, sarebbe meglio smetterla, è assurdo giocare in simili condizioni, non ha senso. Una domenica va bene, ma il pensiero che possa andare per le lunghe non mi convince. A mio avviso avremmo fatto meglio a fermarci e riprendere a settembre. Ma con gli stadi aperti, con la gente sugli spalti, perché non si può giocare in simili condizioni... I fatti accaduti a Catania sono sconvolgenti: di fronte alla morte di un uomo non ci sono parole. Ma questa non è la strada migliore per risolvere il problema, non serve. In Italia siamo fatti così, prendiamo le decisioni quando non serve più a nulla. Ci sono delle leggi, bisognava applicarle prima e con severità. Ora ci rimette tutto il calcio».
Mancini parla poi della vittoria, ammettendo che «qualche difficoltà alla vigilia c'era. Non giocavamo da diverso tempo, ma il gol di Adriano è stato fondamentale». Mancini sottolinea poi che «Adriano è un giocatore guadagnato».

Sul fronte opposto il tecnico Del Neri non fa drammi. Il gol di Crespo era forse viziato da un involontario tocco con la mano, ma per Del Neri «quello è un episodio, non ha importanza. Ciò che conta è la nostra prestazione. Mi è piaciuta, sono fiducioso».

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