Manovra, la Cgil non molla: "Non rinunceremo mai all'idea che vada cambiata"

Il governo Monti non incanta i sindacati. Si preannuncia un dicembre caldo. Oggi il primo sciopero contro la manovra: tre ore a fine turno ad esclusione del personale dei trasporti pubblici e dei servizi essenziali che, invece, si fermeranno lunedì prossimo

Manovra, la Cgil non molla: "Non rinunceremo mai all'idea che vada cambiata"

Per ora la concertazione non è andata a buon fine. La ricetta presentata dal premier Mario Monti non è piaciuta ai sindacati. "L'incontro con Monti è stato sicuramente molto più deludente di quello che ci si aspettava", ha spiegato senza mezzi termini il segretario della Cgil Susanna Camusso con la promessa che lo sciopero di oggi (tre ore a fine turno ad esclusione del personale dei trasporti pubblici e dei servizi essenziali che, invece, si fermeranno lunedì prossimo) è il primo di una lunga serie che punterà a paralizzare il Paese mentre le Camere approvano la manovra economica: "Il paese chiede soluzioni eque e che i sacrifici non ricadano sempre sui soliti noti". Il testo sarebbe doviuto approdare in Aula domani ma i presidenti delle commissione Bilancio e Finanze hanno chiesto lo slittamento a mercoledì in modo da avere il tempo per un esame più approfondito e la ricerca della copertura per le modifiche.

"C’è un no ad affrontare il tema dell’indicizzazione delle pensioni, sulla casa e l’ici. La manovra che si approva è iniqua proprio rispetto a chi paga il conto", ha spiegato la camusso intervenendo ad Agorà. Pur lodando la trasparenza del governo Monti, la numero uno della Cgil ha confermato il dissenso della Triplice. Oggi il primo sciopero indetto insieme a Cils e Uil. Sventolano anche bandiere dell’Idv e di Rifondazione Comunista. "Sì alla patrimoniale - si legge su un manifesto - sì ai tagli agli stipendi dei parlamentari e alle loro favolose pensioni". Colpisce lo slogan dei dipietristi "Macelleria sociale: i grandi tagli" che raffigura un bovino i cui tagli di carne rappresentano quelli del governo. Si profila un dicembre caldo, molto caldo segnato da presidi, disordini e contestazioni per ribadire ogni giorno il "no" al decreto "salva Italia". Da un piccolo palco allestito nella piazza, piena di persone, sono intervenuti, tra gli altri, i segretari generali Cisl e Cgil. "Non daremo tregua al governo", ha promesso Bonanni.

"Bisogna ricominciare a costruire un cammino unitario con gli altri sindacati", ha spiegato la Camusso che non rinuncerà mai "all’idea che questa manovra vada cambiata". Sul tavolo di concertazione c'è anche il possibile emendamento di deindicizzazione delle pensioni. "Se ci dobbiamo basare sull’incontro di ieri non c’è nessun emendamento sull’aumento della fascia di deindicizzazione delle pensioni concordato con la politica - ha concluso la Camusso - il governo non ci parlato e continua come se ci fossero due monti paralleli: dei redditi si parla con la politica, delle pensioni si parla con il sindacato. Se l’emendamento ci fosse sarebbe comunque un primo risultato".

Mentre davanti a Montecitorio va in scena il presidio permanente dei sindacati, in Aula il centrosinistra è in forte imbarazzo: da una parte non può perdere il contatto col braccio armato della base, dall'altra ha già promesso il proprio sostegno al Professore senza se e senza ma. In una intervista al Corriere della Sera, Bersani ha osservato che lo sciopero ha il merito di ricomporre il sindacato. Poi si è affrettato a chiarire: "Non divide il Pd poiché la piattaforma dello sciopero non parla di bocciatura della manovra. Parla di modifiche". In realtà, come ha spiegato il leader della Cisl Raffaele Bonanni al Tgcom24, l'apertura del governo ai sindacati è stata "solo una cortesia più che la volontà di intrattenere un confronto per migliorare la manovra". Insomma, la spaccatura tra la base e il partito di via del Nazareno c'è stata. Tanto che tra i Democratici ci sono già le prime defezioni.

La stessa Camusso ha preso le distanze dalla sinistra parlamentare: "Se dovessi mettermi nei panni di Bersani penso che prima bisognava fare una discussione sulla manovra e poi dire come si sarebbe votato. Avrei preferito questo atteggiamento dal Pd, piuttosto che votare a scatola chiusa. Questa è la decadenza di questa stagione".

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