Marotta promuove Benitez: «È uno dei più forti»

L’anno scorso disse no alla Juventus. Innanzi tutto per i tempi, era luglio inoltrato, poi per il ruolo, tutto da chiarire. Adesso la situazione è cambiata. E Beppe Marotta, 53 anni compiuti a marzo, si appresta a trasferirsi da Genova a Torino per assumere l’incarico di responsabile dell’area sportiva della Juventus. Lo sentirete parlare già da bianconero, ma con un groppo in gola, legato all’imminente separazione dalla Sampdoria che nel cuore sempre gli starà. Cos’è cambiato in nove mesi? E lui: «Quel che serviva a fare di me un candidato autorevole alla direzione sportiva. Adesso ci sono le condizioni per andare avanti su questa ipotesi, allora no. Come potevo lasciare la società blucerchiata in pieno mercato? Mi sarei sentito in grande difficoltà con il dottor Garrone che ha avuto in me una fiducia così assoluta in questi magnifici otto anni da nominarmi direttore generale e amministratore delegato. Gliene sarò sempre grato. Con la correttezza che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti, l’ho messo al corrente della nuova proposta. E il presidente mi ha detto che non avrebbe fatto niente per trattenermi, vai pure, ha aggiunto, è giusto che tu possa lavorare in una società più grande e ambiziosa della nostra, lo meriti dopo quanto hai fatto a Genova. Ci sono insomma le basi per far seguire i fatti alle parole».
Un bel dire, vedremo. Vedremo quando? «A breve, certamente. Ma la società vuole prima accordarsi con il nuovo allenatore. Benitez? Da quanto ne so, è il primo obiettivo. Che sia un grande allenatore, è fuor di dubbio. I dirigenti hanno fatto bene a puntare su di lui». La strategia è chiara. Resta un punto in sospeso. Se la Juve ha pensato per la seconda volta a Marotta e Marotta ha l’intenzione di rispondere positivamente all’offerta, vuol dire che sono stati rimosse tutte le situazioni equivoche. La scorsa estate Beppe ci aveva detto: «A parte lo splendido rapporto che ho con Garrone, non mi sento di restare a mezzo, fra l’incudine e il martello». Ovvero fra Blanc e Secco. E quindi? «Di acqua ne è passata sotto i ponti. E la stagione della Juventus, che non è stata pari alle attese, ha portato a fare qualche altro ragionamento. Posso solo rispondere che non andrei da nessuna parte, tanto più da Genova, se non avessi la piena responsabilità del mio settore». Ma i compiti non sarebbero simili a quelli che svolge nella Samp? «In un club di questa grandezza, bastano e avanzano gli obiettivi da realizzare nell’area sportiva, dalla prima squadra al settore giovanile. Posso fare a meno di occuparmi di marketing e di altro».
Il discorso scivola inevitabilmente sulla Sampdoria: «Sono orgoglioso di essere ritenuto uomo da Juventus, ma il mio presente è in questa splendida società che punta alla Champions League. Per tutti noi il quarto posto equivale allo scudetto. E allora facciamo un po’ di storia». Con il piccolo grande particolare che gli uomini di Del Neri rischiano di lasciare fuori dalla grande Europa proprio la squadra bianconera.
Cambia la Juventus. E anche di tanto.

Blanc non sarà più uno e trino, Secco lascerà il club, Bettega non avrà nulla da spartire con l’area sportiva. E alla presidenza potrebbe arrivare Andrea Agnelli dopo la promozione di John Elkann a grande capo della Fiat. È dal 1962 che un Agnelli non guida in prima persona la Vecchia Signora.

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