Campagne per evitare gli abbandoni, mobilitazioni per salvare gli animali dalla vivisezione, codici etici per la difesa della loro dignità. Poi c'è ancora qualche umana che ammazza un cane massacrandolo con pietre e bastoni.
Era successo il 18 luglio, sulle montagne bresciane, nella zona del passo di Crocedomini. Passando, un escursionista si era ritrovato davanti ad uno spettacolo terribile: due uomini che giustiziavano crudelmente un cane, in prossimità di un pascolo.
Per una volta, la fotocamera del telefonino ha rivelato tutta la sua utilità. Sceso a valle, l'uomo ha inviato in forma anonima il "reportage" della vergogna al quotidiano "Brescia-oggi", che giustamente ha scatenato il caso.
Sono bastati alcuni giorni di investigazione perchè finalmente i carabinieri di Breno arrivassero a identificare gli autori del massacro. Sono due allevatori, padre e figlio, ottantenne l'uno e cinquantenne l'altro. Per loro la denuncia per uccisione di animali, che prevede pene fino a 18 mesi.
Nel frattempo, grande mobilitazione in Valle Camonica delle associazioni e delle persone comuni. Si chiede che il municipio di Breno si costituisca parte civile. In altre parole, un edificante movimento di pietà e di sensibilità che restituisce alla categoria umana quel minimo di dignità, così brutalmente calpestata nella tremenda domenica all'alpeggio.
Il processo non riporterà in vita il povero cane, probabilmente non insegnerà ai due allevatori il rispetto - se
non l'affetto - per gli animali, ma almeno stabilirà una verità intangibile: accanirsi sugli animali è un crimine intollerabile e disumano. Chi ancora non se ne rende conto, quanto meno, ne risponde davanti alla giustizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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