Mediaset, Rai, Sky, La7 le quattro Italie sedute davanti alla tv

Ieri l’ufficializzazione del record di Enrico Mentana. Il comunicato emanato da La7, sul suo primo mese di conduzione nell’edizione del notiziario delle 20, era comprensibilmente trionfale: gli ascolti, la media, i picchi. E, a margine, un’ulteriore, fondamentale constatazione: «Il pubblico del telegiornale di La7 ha un livello di istruzione particolarmente elevato (21,9% di share media sui laureati) e si conferma un appuntamento famigliare che raccoglie sempre più adesioni anche presso il pubblico adulto più giovane». Dove, la constatazione, vale quasi più delle cifre. Nell’era della frammentazione dello share, della moltiplicazione dei canali e delle piattaforme, della scomposizione dei target, capire «chi guarda cosa» è diventato più importante di capire «in quanti guardano cosa». Un po’ come lo spot di Chiambretti. Come dire, Mentana che amplifica gli ascolti e amplifica «quegli» ascolti, amplifica l’identità di una rete come La7 che si riporta a casa Le invasioni barbariche di Daria Bignardi, che resta fedele a L’Infedele di Gad Lerner, alle varie conduzioni di Otto e mezzo (oggi di Lilli Gruber), che apre alle inchieste di Ilaria D’Amico. Tra pay tv, pay per view, satelliti, digitali, canali in chiaro, Rai, La7, Sky e quella specie di Giano Bifronte di Mediaset con il pay e pure con il free... Oggi i sette canali generalisti (Raiuno, Raidue, Raitre, Canale 5, Italia 1, Rete 4 e La7) si tengono attaccati il 76 per cento dei telespettatori totali (un tempo era l’85), che vanno rinsecchendosi, è vero, (distratti dalle nuove offerte) ma che alla tv non si disaffezionano affatto: la permanenza media di ore davanti al video, è passata da 4.48 dell’anno scorso a 5.56 di quest’anno. Piccoli spostamenti, quasi impercettibili ma fondamentali. La gente non si sposta dalla tv, ma si spostano le cose dentro la tv. Il «polso» del telecomando. I gusti del managerino rampante, Federico, della signora Pinuccia, di Cosimo, ex generale in pensione, di Jessica che fa la parrucchiera e ha la licenza media... I loro profili sono di fantasia, i loro gusti non lo sono affatto. E ogni giorno, i vertici delle tv, si scervellano per intercettarli e (possibilmente) tenerseli stretti.
Federico ha trentotto anni, fa il pubblicitario ma ha studiato Economia, vive a Milano, è interista, ha una bella macchina e sta attentissimo a come si veste. Appartiene a una élite di curiosi abbonati a tutto. Fa zapping di programmi e di fidanzate, esce la sera due o tre volte alla settimana. Sì, ma quando non esce? Si sveglia e fa colazione con Sky Tg24 «chissà com’è finita con Muntari?», in tarda mattinata riguarda le notizie dal suo I-Phone (stavolta Tg5). Per tutto il giorno è rampantissimo e si risintonizza sulla tv solo la sera: di nuovo un tg (stavolta Mentana su La7), Striscia la notizia, un salto da Bruno Vespa e chiude ovviamente col Chiambretti Night. Sempre che sul divano non sia «accompagnato», in quel caso potrebbe lasciarsi convincere per qualche serie Sky tipo Csi Miami o per il più romantico Grey’s Anatomy. Sempre che non sia giovedì, con la Europe League e il decoder Mediaset Premium. Ma di solito, il giovedì, il divano lo condivide solo con gli amici.
La signora Pinuccia si fa tutto un altro palinsesto. E ha molte più ore per farlo. Zapping convulso, il suo, tra un giro d’aspirapolvere e una sigaretta fumata in fretta sul balcone perché il marito, rientrando a casa, non si accorga del viziaccio. Pinuccia non ha mai lavorato (se così si può dire di una casalinga) ha sessantasei anni, lo stesso marito da quaranta, due figli grandi ormai fuori casa, una nuora che non le è tanto simpatica. Una come Federica Panicucci, avrebbe voluto lei. Magra così, vestita così. La guarda tutti giorni a Mattino Cinque, però poi butta un occhio anche Uno Mattina, perché c’è quell’altra, Eleonora Daniele, quella del Grande Fratello, anche lei sarebbe andata bene per suo figlio, «bionda e tanto educata». Al pomeriggio, su Canale 5, aspetta «la Barbara» (intesa come la D’Urso). E poi la sera arriva in un attimo con «la Maria» una e trina(intesa come la De Filippi). Alle 19 c’è «l’Emilio» (Fede), e dopo I soliti ignoti, con Fabrizio Frizzi «che chissà se indovino che lavoro fa quella là», però anche Gerry (inteso come Scotti)... La serata, Pinuccia la passa quasi immancabilmente con Raiuno, tra un varietà nostalgico tipo I migliori anni o una fiction in costume.
Il signor Cosimo ha settandadue anni, è vedovo ed è in pensione. Una volta, con sua moglie, la domenica andava in gita «fuori porta» e ospitava qualche amico a cena perché era bravo a cucinare il pesce che comprava la mattina presto al mercato di Palermo, la Vucciria. Ma adesso che è solo... Rete 4 gli fa compagnia, gli piacciono i documentari di Rai Storia, i varietà di Raiuno, il Tg1, i film in bianco e nero che Iris gli regala certe sere. Di Porta a porta vede solo un pezzettino, perché poi generalmente «si fa tardi». Però Gianni, suo figlio, da un mesetto gli ha fatto l’abbonamento «prova» a Sky, così adesso, ha anche History Channel.
Jessica ha venticinque anni, vive a Roma, d’estate è molto «bira e calipo», d’inverno è molto Grande Fratello e Uomini e Donne, le piacciono anche i film romantici di La5 e ogni tanto guarda Pomeriggio 5.

Ha «la fissa» delle Iene e segue anche qualche altro programma di Italia 1, tipo quelli con le inchieste sugli «emo», con i servizi dalle spiagge o dai locali notturni alla moda, Uomini e donne è ovviamente un must (nel salone dove lavora c’è sempre il televisore acceso) il sabato, quando non esce con la «Sabbri», sgolosa dietro alle carrellate di vip a Verissimo e poi guarda Amici. Mediaset Premium ce l’ha per i telefilm: purché siano storie brevi, «chiuse» e non italiane. L’Italia, davanti alla tv...

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