Il sangue è stato tanto, ma non c'è stato solo il sangue. I carri armati spediti nella Tienanmen da Deng o da chi per lui hanno arrecato forse più danno al regime e alla Cina schiacciando sotto i loro cingoli il simulacro della libertà che non passando sui corpi degli studenti che lo avevano eretto. I morti sono una costante nella storia dei totalitarismi, le ecatombi, se non la regola, sono un evento ricorrente nella storia del potere comunista cinese, sovietico, cambogiano, ungherese, degli altri Paesi dove si è giocato al comunismo. (...) Il «riformismo» dei ragazzi della Tienanmen si è trasformato in sette settimane, come accade poi sempre nelle autentiche rivoluzioni, in un ripudio fondamentale del comunismo.
Quelle bandiere scarlatte sulle barricate non debbono ingannare: il rosso è per i cinesi, da sempre, il colore della buona fortuna, appartiene a tutti. La novità, in quella folla prima dell'eccidio, erano la Statua della Libertà, Schiller, Lutero.Alberto Pasolini Zanelli - 6 giugno 1989
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