Mellone esplora la radice (amara) dell'amore

Un romanzo che parla di amore, condivisione e possibilità

Mellone esplora la radice (amara) dell'amore
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Io, tu, noi. Mai tre parole furono più semplici e mai più portatrici di fraintedimenti e drammi. Rappresentano l'amore, la condivisione, la possibilità e per Angelo Mellone, che ha appena portato in libreria il suo nuovo romanzo Prima che ti svegli (CartaCanta, pagg. 72, euro 10), sono al centro di una narrazione che parte dalla fine per arrivare al motivo per cui tutto inizia e inizierà per sempre. Saggista, drammaturgo, direttore del Day Time Rai, classe 1973, Mellone, dopo Nessuna croce manca (Baldini e Castoldi), Fino alla fine e Nelle migliori famiglie (entrambi Mondadori) in cui ha esplorato i legami concentrandosi sull'identità e sulla famiglia, mette qui in pagina (con un preciso modo teatrale sia per l'unità aristotelica che per la modalità di interazione) l'oggi e l'adesso di una coppia, D., lui, e P., lei - che «ci misero poco e piacersi e poco di più a innamorarsi» alla vigilia della fine, ovvero l'ultima notte.

Una notte comandata, decisa da entrambi, il dodici di marzo di un certo anno: «Come molte e molte altre volte ha fatto, P. ha raggiunto D. a casa sua all'ora del tramonto. Ha portato con sé un paio di grandi valige vuote, una busta di cartone con una bottiglia di vino rosso e una crostata alla confettura di fragole, la preferita di D». La perfetta premessa al conflitto, posta con sapienza e magistrale asciuttezza nelle pagine del prologo, e anche la dichiarazione programmatica di un autore che, come scrive Franco Arminio nella prefazione al volume, «Forse è uno di quelli che hanno compreso e accolto una verità radicale: gli esseri umani non si capiscono. Ciò in cui possiamo sperare è che a volte incontriamo qualcuno che ha voglia di capire. Una voglia che la vita presto si incarica di corrompere».

Ora, in questa notte dell'addio («il buio dentro e intorno» cantava la Zanicchi nella canzone omonima di Memo Remigi) i due non solo si interrogano, soffrono e rivedono il piacere avuto e dato, ciò che li separa, gli inganni dei giuramenti e dell'età, ma si impigliano con la mente e con il cuore in quegli strani dettagli che fanno dell'amore ciò che è: un sugo di pomodoro, i capelli che intasano il lavandino, l'allergia all'erba tagliata, la soddisfazione sadica

e infantile di un prolungato solletico. Che tra i due finisca oppure no, che siano lacrime o brindisi, la scrittura di Mellone sa ben condurci nel mistero dello stare insieme, con quella lieve brutalità che ci rende vivi.

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