Rischia di costare caro alla cancelliera Merkel il suo no all'intervento militare contro Gheddafi. La decisione di Berlino di astenersi, insieme a russi e cinesi, sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizza il blocco aereo nei cieli della Libia, ha clamorosamente rovesciato i tradizionali schieramenti del quadro politico tedesco. L'unico partito che applaude compatto la scelta di Angela Merkel, cancelliera di una coalizione di centrodestra, è il partito di estrema sinistra, Die Linke, portavoce di chi rimpiange la Ddr.
Per il resto critiche e perplessità prevalgono sulle parole di solidarietà. Persino i Verdi, il cui cavallo di battaglia, insieme all'ecologia, è il pacifismo, hanno preso le distanze. «Nonostante i rischi, la Germania avrebbe dovuto schierarsi a fianco di chi si è assunto il compito di fermare la mano di Gheddafi», ha detto Cem Ozdemir, uno dei due presidenti del partito dei Verdi.
Ancora più esplicite le parole di Heidemarie Wieczoreck-Zeul, grande figura della socialdemocrazia tedesca, anche lei una delle bandiere del movimento pacifista. «Ritengo una vergogna l'astensione del governo sulla risoluzione dell' Onu. Contro i despoti come Gheddafi non ci si astiene: si interviene e si rischia », ha detto in un vibrante intervento al Bundestag. E persino nelle file della Cdu, il partito della Merkel, c'è chi non nasconde il disagio.
Come il presidente della commissione Esteri, Ruprecht Polenz, il quale ha dichiarato che sulla linea del governo nella crisi libica l'ultima parola non è detta, facendo pensare che potrebbe esserci un ripensamento che comunque arriverebbe troppo tardi per correggere la spiegazione che tutti i commentatori danno circa la scelta astensionista della Cancelliera: a guidarla non sarebbe stato un eccesso di pacifismo ma calcoli elettorali.
Ben sette sono le elezioni regionali nell' agenda di quest'anno e le prospettive sono tutt'altro che rosee per il partito della Merkel che ha già perso la maggioranza al Bundesrat, il ramo regionale del Parlamento, e nel primo appuntamento della tornata elettorale, ad Amburgo, ha subito una dura sconfitta. I prossimi appuntamenti sono oggi nella Sassonia-Anhalt e domenica prossima nel Baden-Wuerttemberg, un land chiave nella geografia politica tedesca.
Presentarsi all'esame del voto impegnati in un'azione militare ad alto rischio, secondo i calcoli della coalizione, potrebbe incoraggiare la fuga di consensi. Meglio quindi astenersi.
Ma non è detto che il calcolo dia i risultati voluti. Il fatto che all'Onu Berlino si sia schierata a fianco di Russia e Cina, due Paesi non certi esemplari per pacifismo e difesa dei diritti umani, proietta un' ombra imbarazzante sulla Merkel.
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