Il mese di febbraio sarà caratterizzato da sviluppi meteorologici particolari: secondo il colonnello Mario Giuliacci una situazione dovuta in gran parte al fenomeno dello Stratwarming, causato da un raffreddamento anomalo e spesso repentino della stratosfera terrestre. Una situazione in grado di produrre immediate ripercussioni a livello europeo, spiega l'esperto.
Cosa può accadere
Proprio per via del fatto che la stratosfera si sta riscaldando con una certa continuità, sono attesi dei "colpi di coda" della stagione invernale anche nelle sue fasi conclusive. "La seconda parte della stagione invernale può risultare fredda, persino di più rispetto a quella iniziale", anticipa il colonnello, che ricorda quanto accaduto, per esempio, nel 2012 e nel 2018, anni nei quali si verificarono ondate di gelo molto tardive. Peraltro, esattamente come accaduto anche quest'anno, dopo un inizio in sordina della stagione invernale. "Non si tratterebbe di nulla di anomalo: la statistica climatica ci dice che la seconda parte della stagione invernale risulta ricca di scambi meridiani, con facile possibilità che il freddo delle altissime latitudini arrivi fin da noi", precisa ancora Giuliacci nel suo editoriale. Si tratta in concreto di masse d'aria fredda che discendono dal Polo Nord fino all'area del Mediterraneo, in grado di destabilizzare l'atmosfera, provocando un abbassamento delle temperature e il verificarsi di precipitazioni nevose.
Stratwarming
Il riscaldamento stratosferico improvviso (in inglese, per l'appunto "Sudden stratospheric warming", abbreviato Ssw e conosciuto soprattutto come Stratwarming) è alla base di questi eventi meteo così improvvisi e intensi. Generalmente tale fenomeno, di cui agli studiosi sono tuttora ignote le cause, contraddistingue la stagione invernale, colpendo in particolar modo l'emisfero settentrionale piuttosto che quello meridionale.
"In questi giorni si sta originando un nuovo stratwarming sopra al Polo Nord, un'impennata di 50 o 60 gradi nel giro di una settimana, attorno a 80-90° di latitudine", spiega il colonnello Giuliacci. Una volta originatosi, prosegue l'esperto, il fenomeno si espande verso l'alta troposfera, a una quota compresa tra i 10 e i 12 chilometri. Le prime ripercussioni si riscontrano sul vortice polare, che inizia letteralmente a sfaldarsi nel giro di circa due o tre settimane. "I vari cocci viaggiano in direzione delle medie latitudini, provocando ondate di freddo", puntualizza ancora il colonnello.
"Ovviamente, ogni pezzo ha la sua direzione, ma può portare crude onde gelide fin sul cuore dell'Europa e anche sull'Italia. Non è un caso che le memorabili onde gelide del passato (ora sempre meno frequenti) si originarono così", conclude Giuliacci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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