Mai così tanta neve dal 1967: cosa succederà questo inverno in Italia

I dati ufficiali dell'agenzia scientifica americana Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) parlano chiaro. Ecco quali dinamiche innescherà questa ondata di gelo

Copertura nevosa 29-11-2022: dati NOAA
Copertura nevosa 29-11-2022: dati NOAA

In un'epoca in cui si a fa a gara a chi grida più forte al riscaldamento globale, i dati ufficiali dell'agenzia scientifica americana Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) parlano chiaro: sull'emisfero settentrionale l'attuale copertura nevosa è la più alta mai registrata da 55 anni a questa parte. È dal 1967, infatti, che non c'era così tanta neve al suolo in questo periodo dell'anno.

Estensione record

I grafici elaborati dal Rutgers Global Snow Lab sono chiari: tra Nord America (Alaska e Canada), Nord Europa (soprattutto Scandinavia ed Europa orientale) e il territorio russo, la neve oggi copre ben 41 milioni di chilometri quadrati, molto più della media che si osserva normalmente a fine novembre. La domanda, tra addetti ai lavori e non, sorge spontanea: si potrà così avere un inverno più freddo della norma con ondate di aria fredda anche di una certa rilevanza? Non è assolutamente detto ma una così importante presenza di gelo al suolo può innescare dinamiche importanti a livello atmosferico nei mesi invernali.

I riflessi in Italia

Come diciamo sempre, le previsioni oltre i 5-7 giorni valgono ben poco, figuriamoci quelle stagionali anche se i super calcolatori ci provano sempre. In realtà, fino a qualche settimana fa le proiezioni per dicembre e gennaio in Europa erano più propense a temperature lievemente sopra la media per poi tornare in linea o sottomedia a febbraio. Questa così vasta estensione di neve potrebbe completamente cambiare le carte in tavola: in quell'area così vasta che va dal Canada alla Russia e viceversa, si sta creando un enorme "serbatoio" gelido pronto a essere riversato verso sud qualora le dinamiche atmosferiche lo consentissero. Un esempio banale: le discese artiche che abbiamo avuto finora hanno portato sul Mediterraneo aria gelida direttamente dal Nord Europa e dalla Groenlandia che, inevitabilmente, ha subìto riscaldamenti nel suo percorso fin su di noi. Se la stessa discesa di aria fredda avvenisse oggi, magari dalla Russia, anche sull'Italia arriverebbe "intatto" molto più freddo perché il serbatoio di partenza si va riempiendo anche a latitudini più basse.

Cos'è l'anticiclone termico

Gli effetti di tale estensione nevosa vengono spiegati anche dagli esperti de Ilmeteo.it: già per i prossimi giorni, i modelli matematici prevedono un anticiclone Russo-Siberiano con valori eccezionalmente alti oltre ad altre anomalie tra Russia e Scandinavia. Il contrario dell'anticiclone africano che conosciamo molto bene si chiama anticiclone termico che si origina in inverno sull'Asia settentrionale influenzando anche il meteo della Russia europea. In pratica, il gelo notturno, la copertura nevosa e la lontananza dal mare formano questa enorme figura di alta pressione che, però, è letteralmetne gelida e se le dinamiche atmosferiche lo consentono, una parte può giungere fin sul cuore dell'Europa e del Mediterraneo.

Cos'è l'effetto albedo

Dal punto di vista scientifico, poi, quando c'è tanta neve al suolo in un territorio così vasto come quello che abbiamo visto si parla di "effetto albedo": il colore bianco della neve riflette benissimo i raggi solari che "tornano indietro" non riuscendo, in pratica, a riscaldare a dovere la superficie terrestre favorendo la dispersione del calore.

Questo significa che le temperature rimangono molto basse anche in pieno giorno e gelide durante la notte: il manto nevoso, infatti, isola completamente il terreno dall'atmosfera. Tutti questi ingredienti dimostrano che, global warming a parte, l'inverno 2022-2023 ha le potenzialità (di partenza) per tenere a bada le anomalie termiche positive di cui si sente spesso parlare.

presenza della neve emisfero nord

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