Milan: 5 per Beckham Del Piero e la Juve va

Doppietta di Pato e di Kakà, Ronaldinho che inventa: Udinese schiantato 5-1. L'inglese, in tribuna, ammira. I bianconeri passano a Bergamo, Alex segna e dventa il capocannoniere 2008

Milan: 5 per Beckham 
Del Piero e la Juve va

Milano - Adesso tutti con il santino di Beckham in tasca. Galliani, che non conosce la superstizione, lo avrà toccato al limite della decenza. Che dire? Sarà stata la sera buia e fredda, la presenza del divin biondino con caliente moglie al fianco, sarà stata una serata dedicata all’ottimismo calcistico, ma è stata una serata da Milan che tien caldi i cuori e in alto il blasone. I cronisti inglesi, calati a San Siro, forse non potranno raccontare certe nefandezze viste in tempi recenti dai colleghi italiani. Beati loro, beato il Milan e beato anche Beckham, che si eviterà le solite stornellate giornalistiche intrise d’ironia.

Serata in confezione regalo per il Milan e per San Siro, non proprio traboccante di tifo. Cinque gol, doppietta di Pato ed anche di Kakà alla faccia di una pubalgia che l’ha miracolato più che abbatterlo. Pirlo non ha ritrovato ancora gran ritmo, ma certo il piedino da punizione intimidatoria (palo). Ronaldinho ha fatto divertire quelli che... l’importante è partecipare. Seedorf ha fatto intendere che non vuol cedere il posto a nessuno. Insomma Milan rigenerato. Forse, e senza l’anche, dagli avversari.

Serata da guance rosse per l’Udinese che, ultimamente, se non subisce tre-quattro gol a partita, si sente fuori luogo e fuori posto. Talvolta sembra fuori di testa la sua difesa, che lascia fare di tutto e di più. Una gentilezza del genere, per il Milan e i suoi giocolieri ispirati, è stato invito a tutte le feste di Natale da qui al 2016.

Ma c’è di più: ieri sera il vecchio Diavolo ha tenuto alta la guardia difensiva evitando troppi rischi. Sì, d’accordo, qualcuno non se l’è negato (il palo colpito da D’Agostino, dopo una paratona di Abbiati), il gol di Di Natale grazie ad immancabile pasticcetto difensivo, gli interventi finali di Abbiati. Ma i difensori rossoneri erano belli svegli, gli attaccanti dell’Udinese un po’ meno. Situazione perfetta per pensare soprattutto a giocare in attacco, dove tutti hanno corso (chi potrà dimenticare le miracolose discese di Favalli, il guizzare di Seedorf, l’irrefrenabile prodigarsi di Antonini: finalmente uno che ha sangue). La partita si è messa subito bene, sfruttando il solito dubbietto di questa giornata di campionato che pare favorire (talvolta sfacciatamente) le grandi squadre. Favalli ha colpito all’ultimo la palla (linea di fondo varcata o no?) e ha liberato il guizzo di Pato, pronto al gol. Rete che ha sbloccato presto la partita, ma pure dimostrato al Milan che la serata poteva mettersi al bello grazie alla leggerezza ed alla svagatezza della difesa friulana. E così è stato.

Centrocampo rossonero messo in qualche modo, ma votato all’umiltà che tutta la squadra ha cercato, compresi solisti e giocolieri. Il contropiede è stato un’arte e una punizione per i friulani. Pato ha fato il centravanti da doppia identità. Ha segnato due reti da killer in agguato e sbagliato due quasi da allocco. Ma inciso con un assist per la prima rete di Kakà. Handanovic è stato bravo ad evitare un diluvio. Il Milan è filato via feroce e decisivo sulle fasce laterali. Il resto della squadra si è adeguato.

Oscar al miglior gol dedicato a Kakà: quel pallonetto dal limite dell’area che ha illustrato la serie milanista e chiuso la cinquina è stato un colpo d’artista e uno schiaffo morale al non proprio esaltante 2008 del Milan, che campione del mondo lo è diventato nel 2007. Meglio lasciare un buon ricordo anche stavolta.

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