Il Milan cerca una punta Ma non sarà Adebayor

Il bomber dell’Arsenal non convince del tutto. Eto’o piace ma vuole troppo. E spunta il terzo uomo Chiuso l’accordo col Real a 68 milioni di euro, i rossoneri promettono: "Arriva un grande attaccante"

Il Milan cerca una punta 
Ma non sarà Adebayor

Milano - Si illudono a Madrid. E nell’attesa dell’annuncio, differito di una settimana, servono, via sito, il retroscena improbabile di Kakà, «felice per il trasferimento al Real». Fosse vero, almeno. «Con Kakà parlo tutte le sere», informa Galliani tacendo altri dettagli. Ed è il primo, non l’unico, a conoscere il vero umore dell’asso brasiliano, spiazzato dallo sviluppo accelerato della trattativa e dal trasferimento. Raccontano in via Turati, in modo documentato, di qualche lacrimuccia versata da Riccardino, di una piccola crisi di panico testimoniata dagli altri esponenti della Seleçao con lui in ritiro. È finalmente nota anche la cifra concordata tra Perez e Galliani per la cessione del brasiliano da scrivere sul contratto: né 65 come giurano a Madrid, né 75 come indovinano dalle parti di Milano. Il numero esatto è il seguente: 68 milioni tondi tondi. Non a caso rappresenta la stessa cifra che l’azionista Fininvest è chiamato a versare nelle casse del club per ripianare il recentissimo disavanzo del bilancio rossonero. Siamo all’auto-sufficienza, concetto da tempo ripetuto dal patron Silvio Berlusconi.

Che sull’operazione ci sia il consenso diffuso della famiglia Berlusconi, è un dato confermato dall’intervento di Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset. «So che per una squadra ci sono anche dei momenti in cui è giusto cedere i propri gioielli come Kakà» il suo pensiero reso ancora più didascalico dal giudizio complessivo della realtà attuale del calcio italiano. «È una realtà dispendiosa ma non è la parola giusta, direi un buco» il riferimento alle dimensioni finanziarie del pallone italiano.

Ultrà e politici. Sotto le finestre di via Turati, ieri, è proseguita la manifestazione di protesta di tifosi e ultrà. Da 50 che erano mercoledì pomeriggio, ieri sono diventati 200, mentre fioriscono iniziative e dichiarazioni dei politici, intervenuti sulla materia a titolo della rispettiva fede calcistica. Per esempio, il presidente uscente della Provincia di Milano, Filippo Penati, si è aggiunto all’appello rivolto a Berlusconi «affinché non venda Kakà», mentre Ignazio La Russa, ministro della Difesa, interista doc, ma coordinatore nazionale del Pdl, ha in una video-chat su corriere.it riferito di una “dritta” ricevuta dall’ambiente Milan: «Non è deciso nulla, mi sono informato e c’è un tentativo di far uscire una cosa del genere, un affare che ha le stesse probabilità di 15 giorni prima». Il clima non ha certo spaventato Adriano Galliani. «So che andrò con l’elmetto al raduno» il suo pronostico.

Eto’o vuole troppo. Chi dopo Kakà? Nelle parole di Berlusconi, confermate da Adriano Galliani, il piano tecnico prevede la valorizzazione di Ronaldinho, innanzitutto. Negli altri reparti poche, mirate mosse. La conferma di Thiago Silva al fianco di Nesta, Kaladze e Bonera per il ruolo di centrali difensivi, ad esempio. Con l’aggiunta di molti esponenti del settore giovanile: Abate proveniente dal Torino, De Gennaro di ritorno dalla Reggina. L’attesa è per l’attaccante da aggiungere a Borriello, Pato, Ronaldinho e Inzaghi che avrà una posizione defilata nella prossima stagione. Il primo incontro di ieri pomeriggio, tra Galliani e Ghirardi, presidente del Parma, per definire la comproprietà di Paloschi, è andato a vuoto. Ma è altrove che si rivolge lo sguardo del management rossonero. Sul mercato al momento resistono tre strade: 1) Eto’o, in rotta col Barcellona nonostante sia reduce dall’aver marchiato col proprio sigillo le due finali di Champions vinte, Parigi e Roma.

La motivazione è quella solita: la richiesta economica. Il camerunense reclama 10 milioni netti a stagione: uno stipendio persino superiore a quello incassato fin qui da Kakà a Milanello. Niente da fare, allora; 2) il secondo obiettivo è Adebayor, già l’anno scorso finito nel mirino del Milan.

È una soluzione che non entusiasma e che sul piano economico, a leggere i tabloid inglesi, costerebbe sui 17 milioni di euro, stipendio da 3 milioni netti, condizioni alla portata del bilancio milanista; 3) mister x è il terzo obiettivo e forse la sua identità è tutta da inventare nelle prossime settimane. Non trascurate Robinho, del City.

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